âRegione Liguria da qualche mese sta tendendo monitorata, insieme ad Arpal e agli enti competenti, la diffusione del granchio blu nei nostri mari. Allo stato attuale la diffusione del temuto crostaceo nel nostro litorale non appare preoccupante, come in altre regioni, ma stiamo tenendo alta lâattenzione per tutelare al meglio i mitilicoltori liguri che in questi mesi stanno giĂ facendo i conti con il problema delle orate che divorano i muscoli. In questi mesi sono stati effettuati prelievi e indagini su tutta la costa ligure per capire lâevoluzione del fenomeno e intervenire, se necessario, per arginare lâeventuale invasioneâ. CosĂŹ il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e il vicepresidente con delega alla Pesca e Acquacoltura Alessandro Piana in merito allâemergenza granchio blu.
âEssendo non nativo e tenendo presente la sua ‘pericolositĂ ’ ambientale e socio-economica – aggiunge lâassessore Piana – ad ora le azioni da fare sono quelle di studiarlo meglio (monitorarne l’espansione e indagare se vi siano predatori naturali); pescarlo il piĂč possibile con attrezzi selettivi (che non catturino altre specie) promuovendone il consumo. CiĂČ lo faremo con gli uffici regionali che curano le aree marine, pesca e agricoltura con il Genoa Marine Center, Stazione Zoologica Anton Dohrn. Alla prima call interreg presenteremo quindi un progetto in associazione con la stazione zoologica Anton Dhorn, il centro per il Mare del Consiglio Nazionale delle Ricerche e lâUniversitĂ di Genovaâ.
âIl granchio blu Ăš un ‘alieno’, cioĂš una specie non nativa del Mediterraneo dove Ăš entrata molto probabilmente con le acque di zavorra di navi provenienti dall’Atlantico occidentale, sua area di origine – spiega Paolo Guidetti, dirigente della sede di Genova della Stazione Zoologica Anton-Dohrn. – Registrato a metĂ del secolo scorso per la prima volta in Grecia, si Ăš diffuso rapidamente negli ultimi decenni ed Ăš arrivato anche da noi in Liguria. Ă un buon nuotatore, un predatore efficace, soprattutto di molluschi bivalvi di sabbia (tra cui vongole e arselle qui in Mediterraneo) e soprattutto in ambienti salmastri. Parliamo quindi di lagune, estuari e simili, habitat non cosĂŹ diffusi in Liguria, ma non conosciamo le sue capacitĂ di adattamento. Se molto abbondante, oltre a rimpiazzare altre specie native di granchi e divorare molluschi alterando l’ecosistema, puĂČ anche essere causa di danni socio-economici importanti agli operatori dei settori pesca ed acquacolturaâ.
Regione Liguria Ăš giĂ allâopera attraverso lâente Parco dellâAntola anche per contrastare la presenza del gambero rosso, un crostaceo molto pericoloso perchĂ© portatore della peste del gambero, una malattia letale per i gamberi d’acqua dolce Austropotamobius pallipes tipici di queste zone. Grazie a Life Claw, progetto di contenimento finanziato dall’Unione Europea, il Parco dellâAntola e Regione Liguria, attraverso lâutilizzo di gabbie con esca, stanno limitando lâinvasione di un altro crostaceo potenzialmente pericoloso.