carcere sanremo

Situazione di estremo pericolo, la notte scorsa, all’interno del carcere di Sanremo dove ci sono state violente proteste di quasi tutti i detenuti del penitenziario di Valle Armea.

“La situazione Ăš stata davvero pericolosa”, denuncia il Segretario regionale della Liguria del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE Michele Lorenzo. La scintilla Ăš nata come conseguenza alle recenti disposizioni dell’Amministrazione Penitenziaria che, per garantire la quieta nelle ore notturne, disattiva la visione dei televisori nelle celle dalla mezzanotte alle 8 del mattino successivo. Quando ieri notte gli Agenti di Polizia Penitenziaria del carcere di Valle Armea hanno disattivato gli apparecchi tv, Ăš successo il finimondo, con l’avvio di una rumorosa protesta corale che ha coinvolto pressochĂš i detenuti di tutte le Sezioni del carcere. Sono intervenuti nella nottata direttore e comandante che hanno incontrato una delegazione di detenuti ed i televisori sono stati riaccesi, in barba alle disposizioni ministeriali. A Sanremo, dunque, non si Ăš in grado di far rispettare le norme dello Stato!”. Una situazione allucinante, tanto piĂč grave se si considera che oltre ad esse contiamo ogni giorno aggressioni a poliziotti penitenziari e ritrovamento di telefonini in celle”, commenta Donato CAPECE, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, il primo e piĂč rappresentativo della Categoria. “Le aggressioni, le colluttazioni e i ferimenti si verificano costantemente, con poliziotti feriti e celle devastate. Il Ministro della Giustizia adotti con tempestivitĂ  urgenti provvedimenti, a cominciare dall’istituire un tavolo permanente al Ministero per monitorare la situazione penitenziaria e trovare idonee soluzioni.”

I numeri riferiti all’intero anno 2018, con una popolazione detenuta inferiore a quella attuale di oltre 60.400 presenze, parlano da soli: 7.784 colluttazioni, 1.159 ferimenti, 91 evasioni (8 quelle femminili), 10.423 atti di autolesionismo, 61 suicidi, 1.198 quelli sventati dalle donne e dagli uomini del Corpo.

Il SAPPE, infine, denuncia il rischio di depotenziamento del ruolo di Corpo di Polizia dello Stato per la Polizia Penitenziaria: “In questi ultimi anni abbiamo assistito ed assistiamo ad una serie continua di provvedimenti sbagliati e gravi, come ad esempio l’imposizione dei numeri degli organici del Corpo negli Istituti e servizi penitenziari senza alcuna logica, la soppressione delle Centrali Operative Regionali della Polizia Penitenziaria – che controllano i trasporti dei detenuti in tutto il Paese sui mezzi del Corpo, i piantonamenti, i sistemi stessi di sicurezza delle carceri – che segue la scelta scellerata di chiudere sul territorio carceri e Provveditorati regionali dell’amministrazione penitenziaria in ragione di supposte razionalizzazioni”.