Questa mattina il Comitato Difesa Piazzale De Gasperi si è radunato al valico di frontiera di Ponte San Ludovico, a Ventimiglia, per protestare contro i lavori di riqualificazione del piazzale promossi dall’amministrazione del sindaco Flavio Di Muro. La chiusura prevista per quattro mesi ha suscitato forti critiche tra i residenti e i commercianti, preoccupati per le ricadute sulla viabilità e sull’economia locale.

Oltre alle critiche per la chiusura del valico, il comitato si oppone anche allo smantellamento dell’opera “Terzo Paradiso” di Michelangelo Pistoletto, realizzato con massi sull’aiuola presente nel piazzale.

“Il sindaco parla di ‘riqualificazione’ e ‘messa in sicurezza’, ma non spiega perché Ventimiglia debba restare isolata per quattro mesi, come se la sicurezza potesse valere solo a senso unico: quella delle gallerie sì, quella delle persone no”, afferma Maria Spinosi, portavoce del comitato.

Il gruppo di cittadini contesta anche la mancanza di pianificazione e coordinamento: “La pianificazione è inesistente. Nessun piano di viabilità alternativo credibile, nessun coordinamento reale con i comuni francesi confinanti, nessuna valutazione seria sull’impatto economico e ambientale. Solo decisioni prese sopra le teste dei cittadini, con la solita arroganza di chi scambia l’autorità per competenza”, continua Spinosi.

Il comitato denuncia inoltre le conseguenze del cantiere oltre i confini della città: “La chiusura di Ponte San Ludovico non riguarda solo Ventimiglia. Influenzerà i flussi verso la Francia, ma anche verso la Val Roja e la provincia di Cuneo, aggravando la crisi dei collegamenti e la frattura tra i due Paesi. Un cantiere nato male e gestito peggio, senza visione e senza ascolto, che finirà per danneggiare un intero territorio”.

“Gli interventi, dalla riqualificazione della rotatoria dei Balzi Rossi ai lavori nella Galleria Dogana, fino alla sistemazione della rotatoria di Latte, non sono opere tali da giustificare quattro mesi di isolamento. Si poteva lavorare per fasi, si potevano fare cantieri notturni, si poteva pianificare. Non lo si è fatto. Ventimiglia è oggi prigioniera della burocrazia e del silenzio istituzionale. Una città che doveva tornare grande, e che invece viene soffocata da scelte cieche e da un potere sordo. Non è solo una strada a essere chiusa: è la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. Ventimiglia non chiede miracoli, ma buon senso, ascolto e rispetto”, conclude Spinosi.