La questione sicurezza si traduce in una tematica di estremo rilievo ormai da quasi un decennio a Ventimiglia. Sin dal 2016 l’intensificarsi del flusso migratorio ha reso la città di confine un luogo di forte assembramento di persone in viaggio, dirette altrove.
“Devo dire che la situazione della presenza e dell’arrivo di persone in cammino è obiettivamente molto diminuita“, esordisce ai nostri microfoni il consigliere di opposizione, nonché ex sindaco, Gaetano Scullino. “Tuttavia il problema della sicurezza, o della percezione di insicurezza, continua ancora a esserci: in via Tenda, in corso Limone Piemonte, nelle aree ferroviarie dismesse e in altre parti della città purtroppo ci sono ancora tante persone che girano per la città”.
L’attenzione è posta sulla scelte dell’attuale primo cittadino Flavio Di Muro, ma anche sulle “denunce” dei cittadini, i quali continuano a non sentirsi al sicuro in determinati quartieri.
Rispetto alle possibili soluzioni, Scullino spiega il suo punto di vista: “Io avevo deciso di fare un centro di accoglienza e identificazione in Rio Sorba, alla Mortola, per dare la possibilità a queste persone di non dormire nel fiume, come avviene oggi, ma questo progetto è stato bloccato. Il discorso di non voler istituire un centro di questo tipo a mio parere è un grave errore: è inutile che si mettano delle ringhiere per cercare di non farli dormire per strada, perché vanno via da una parte e si spostano in un’altra”.
Il luogo in cui sorgerà il PAD per soli uomini, inizialmente ipotizzato nell’ex Ferrotel, resta ad oggi un mistero.
“Sono passati due anni e di questo PAD non se ne parla più. Tra l’altro a mio parere è un grave errore istituire un PAD, per uomini o donne che sia, in centro città. A distanza di due anni vedo che, comunque, le promesse non sono state mantenute“, conclude.
Nel video-servizio a inizio articolo l’intervista al consigliere Gaetano Scullino.