luciano zarbano

Il gruppo consiliare Imperia Senza Padroni ha incontrato nei giorni scorsi cittadini e realtà economiche e commerciali situate lungo il tracciato previsto per l’Aurelia Bis in città.

“Dal confronto è emerso un quadro allarmante”, dichiara il gruppo consiliare, “molte attività rischiano di chiudere i battenti, con conseguenze gravi per quasi un centinaio di famiglie. Gli indennizzi previsti dagli espropri, infatti, non saranno sufficienti a coprire le perdite economiche né a garantire la sopravvivenza delle imprese coinvolte. Quindi non si tratta solo di cittadini con i propri terreni minacciati da un esproprio, ma anche di attività che oggi danno lavoro a molte persone, e che generano occupazione e sostentamento sul territorio”.

“La loro eventuale delocalizzazione fuori da Imperia comporterebbe non solo la perdita di posti di lavoro, ma anche una diminuzione delle entrate fiscali per il Comune, con effetti negativi su tutta la collettività”, prosegue il capogruppo di Imperia senza Padroni, Luciano Zarbano. “Non bisogna dimenticare che le attività commerciali non sono solo una risorsa fondamentale per l’economia locale, ma contribuiscono, con il pagamento delle tasse, agli emolumenti per i dipendenti pubblici, pensionati e servizi alla cittadinanza. Quindi trascurarle equivale a mettere in crisi l’intera città”.

“Un altro aspetto fortemente criticato è stata la scarsa informazione sulla vicenda”, sottolinea il consigliere comunale. “I cittadini e i commercianti hanno denunciato come l’iter degli espropri sia stato gestito in modo opaco, alimentando sfiducia verso l’ente. Molti hanno investito nella zona senza essere stati portati a conoscenza dei vincoli urbanistici e delle conseguenze derivanti da un progetto che, ricordiamo, risale al 2004 ma non è mai stato realizzato. Emblematico è il caso di una grande attività commerciale che, nel 2020, ha acquistato un parcheggio direttamente dal Comune senza che gli venisse menzionato il rischio esproprio: un fatto che solleva interrogativi gravi sulla trasparenza amministrativa. Secondo la normativa sugli espropri, i vincoli hanno una durata massima di 5 anni. L’atto originario, dunque, sarebbe decaduto già nel 2009. Riproporre oggi la procedura, a vent’anni di distanza e senza rinnovi formali, rischia di configurarsi come un abuso amministrativo, in palese contrasto con i principi di certezza del diritto e buon andamento della pubblica amministrazione. Il mancato rispetto delle procedure e delle tempistiche previste per gli espropri non è un semplice dettaglio burocratico: significa aver compromesso la solidità dell’intero iter amministrativo e aver messo seriamente a rischio la riuscita stessa del progetto. In altre parole, chi non ha rispettato le regole ha esposto l’opera a possibili ricorsi, rallentamenti e costi aggiuntivi, minando la credibilità dell’amministrazione e l’interesse pubblico che quel progetto avrebbe dovuto servire. Pertanto sarebbe scorretto accusare coloro che hanno già avviato le azioni legali per la tutela dei propri diritti. Un antico proverbio recita: non incolpare lo specchio se sei brutto. Alla luce di ciò assisteremo ancora una volta ad una città divisa: da un lato chi sostiene l’opera senza considerare i danni collaterali, dall’altro chi ne subirà direttamente le conseguenze, con ricadute che inevitabilmente graveranno sull’intera comunità”.

Il gruppo consiliare Imperia Senza Padroni ribadisce la propria posizione: “Non siamo contrari alla realizzazione dell’Aurelia Bis, ma chiediamo che venga portata avanti nel pieno rispetto delle regole e dei cittadini, perché solo il rispetto delle regole costituisce il fondamento di una società giusta e moderna. Il nostro impegno continuerà: saremo al fianco delle famiglie e delle imprese coinvolte, raccogliendo segnalazioni, ascoltando le preoccupazioni e dando voce a chi rischia di non averne. L’obiettivo è trovare una soluzione equilibrata e trasparente per un’opera che, se non gestita correttamente, rischia di compromettere il futuro economico e sociale della nostra città”.