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Oggi mentre entravo nell’edicola “Ale” di Piazza Chierotti ad Arma di Taggia per acquistare i soliti quotidiani mi ha fermato una signora che incontro spesso. In mano stringeva un giornale. Piena di dolore e di rabbia mi ha mostrato la foto, terribile e provocatoria, su tre colonne, pubblicata in prima pagina da Il Fatto Quotidiano.

“Sono una madre – mi ha detto – non sono Giorgia Meloni, ma una madre sì. Questa foto mi ha brutalmente colpito: Non importa se leggete o non leggete questo giornale e che idee politiche avete. Uno sguardo a questa foto, però, datelo. Credevo di sapere tutto della guerra, dei disastri che fa, ma oggi ho ricevuto un pugno nello stomaco. Mi chiedo domani cosa penserò quando andrò a fare la spesa senza paura delle bombe, quando sceglierò con cura le cose migliori per la mia famiglia? Quando sulla tavola non mancherà niente ed ai miei figli basterà allungare solo una mano per prendere un bicchiere d’acqua. Guardi, guardiamo tutti questa foto… Questo è un bambino? Questo mucchietto di ossa è un bambino?” 

Noi chi siamo, cosa facciamo? Guardando questa foto, questa immagine sacra ed altre pubblicate su diversi quotidiani, social, cosa deve ancora succedere perché si smuovano le cattive coscienze? L’Europa, il mondo, siamo tutti colpevoli. I costruttori, gli inventori di armi sempre più devastanti, chi le vende e si arricchisce, come si sentono? Nessuno davvero ricorda più Papa Francesco? Nel suo ultimo messaggio Pasquale Urbi et Orbi ha detto con chiarezza: “La pace non si costruisce con le armi, fermate i venti di guerra”. Con chiarezza Papa Bergoglio ha dichiarato “la guerra è sempre una sconfitta. La pace non si costruisce mai con le armi, ma tendendo le mani aprendo i cuori. Non permettiamo che le ostilità in atto continuino ad avere gravi ripercussioni sulla popolazione civile, ormai stremata e, soprattutto, sui bambini”. Ci sono foto di bambini che, per sfamarsi, mangiano terra, sabbia. Non è immaginabile aspettare più a lungo a cominciare da Israele, Palestina ed Ucraina. Chi ha il potere deve finalmente intervenire sul serio, basta parole, incontri di qua e di là dell’oceano, foto a raffica di sorrisi, abbracci, strette di mano, tavole rotonde che contano come il 2 di picche, lasciano il tempo che trovano incuranti dei massacri che continuano, aumentano. Dal giovane Papa Leone XIV, al secolo Robert Francis Prevost, ci aspettiamo in prima persona, presto, un gesto forte, risolutore.

Kant diceva che “la guerra è un male assoluto, un’aberrazione che va superata attraverso la ragione”.