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Ogni anno in occasione della pubblicazione del report del Il Sole 24 Ore sulla qualità della vita, che sulla base di numerosi dati ed elaborazioni raccolte dalla redazione del noto giornale nazionale, fornisce idealmente un quadro complessivo della qualità della vita nelle Provincie, è affascinante verificare quanti apparenti paradossi possano celarsi all’interno di questa graduatoria complessiva, e che nel dettaglio, restituiscono scenari apparentemente controintuitivi.

Per quanto riguarda la provincia di Imperia ce ne sono alcuni che certamente spiccano per curiosità. Ad esempio, sotto il profilo della “cultura” e del “tempo libero”, oltre a saltare all’occhio l’altissima percentuale di ristoranti, spicca il paradosso dell’offerta culturale, dove ad un’offerta complessivamente sopra la media in termini di spettacoli ogni mille abitanti, corrispondono percentuali bassissime di partecipazione del pubblico e ingressi ai suddetti.

Ma di certo, la parte che, qui dalla redazione, ha destato maggior interesse è la parte del report dedicato alla “Qualità della vita delle donne“, che colloca Imperia al 69° posto nazionale, con un punteggio complessivo di 537 punti.
Una posizione intermedia, che nasconde al suo interno una forte disomogeneità, con risultati davvero eccellenti sul fronte del lavoro e della rappresentanza, alternati invece ad altre voci nettamente sotto la media.

Tre, in particolare, gli indicatori che fanno registrare dati molto positivi.
Il primo riguarda il tasso di occupazione femminile dai 15 ai 29 anni, che vale alla provincia un ottimo 10° posto.
I due indicatori restanti invece sono a livelli di eccellenza: due podi nazionali, entrambi al 2° posto, rispettivamente sul numero di donne amministratrici di impresa (le donne rappresentano il 29,1% degli amministratori totali) e il Gender pay gap, con un divario retributivo del 22,6% tra uomini e donne nel settore privato.

Restano poi nella fascia medio-alta anche altri parametri come il gap occupazionale di genere (43° posto) e il tasso di occupazione femminile 20-64 anni (45° posto).

A incidere in modo pesante sulla posizione finale sono però due indicatori molto bassi, fra i peggiori in assoluto.

Il primo riguarda la presenza di laureate tra i 25 e i 49 anni, che pone Imperia al 100° posto nazionale. Solo il 17% delle donne in quella fascia d’età, infatti, ha una laurea o comunque almeno un titolo terziario.

Nettissima la criticità sul fronte dello sport femminile, dove la provincia si colloca penultima a livello nazionale (105° posto) con un indice pari a 0, segnalando, in percentuale, una quasi totale assenza di atlete, squadre e risultati a livello competitivo.

Sono poi deboli, inoltre, anche i dati legati alle competenze scolastiche: il 48,1% delle studentesse ha una competenza numerica non adeguata (56° posto), mentre il 41,1% una competenza alfabetica non adeguata (66° posto).

Tra le voci intermedie compaiono:

  • imprese femminili (54° posto), pari al 23% del totale;
  • amministratrici comunali donne (59° posto), al 29,7%;
  • la speranza di vita femminile, che a 85,1 anni vale il 19° posto;
  • le giornate retribuite nell’anno, al 72,7% (48° posto);
  • il dato sulle violenze sessuali, con 17,2 denunce ogni 100mila abitanti (67° posto).

Imperia resta così, da questo punto di vista, nel mezzo della graduatoria nazionale, con una fotografia che alterna eccellenze e ritardi significativi, e numerose disomogeneità.