Nella cornice di Villa Boselli si è tenuto ieri pomeriggio un evento, promosso dall’AIBES, dedicato a riscoprire e valorizzare una figura importante per la cittadina tabiese: Clemente Queirolo, l’inventore del Martini Cocktail. Un omaggio che unisce storia locale, cultura del bere e identità italiana, riportando alla luce un legame speciale tra Taggia e uno dei cocktail più iconici del mondo.
“È una storia affascinante”, ha spiegato il sindaco Mario Conio, “perché lega il nostro territorio a un simbolo di stile ed eleganza. Il Martini è presente nella letteratura, nel cinema, nella cultura pop. Pensare che le sue radici possano affondare qui, ad Arma di Taggia, ci dà grande orgoglio. È una vicenda che merita di essere raccontata e conosciuta”.
Si racconta che Clemente Queirolo, emigrato da giovane negli Stati Uniti nei primi del Novecento, per sfuggire al servizio militare, abbia lavorato come barman in un prestigioso hotel di New York. Un giorno, dopo aver servito un cocktail a un importante cliente, John D. Rockefeller, gli venne chiesto il suo nome. “Martini”, avrebbe risposto. “Bel nome”, replicò il cliente, “chiameremo così questo drink”. Da lì sarebbe nato uno dei miti più longevi del vermut.
Giorgio Fadda, presidente mondiale dell’AIBES, ha sottolineato l’attualità di questo cocktail: “Il Martini è un simbolo senza tempo. Nella sua estetica minimal e nella semplicità degli ingredienti trova una versatilità unica. Oggi lo vediamo declinato in mille versioni: dry, sweet, dirty, low-alcol o analcolico. È un cocktail che si è evoluto insieme al gusto delle persone”.
Il Martini ha attraversato i momenti più cruciali del Novecento, incluso il proibizionismo americano (1919–1933). “Il gin, facilmente distillabile anche clandestinamente, diventò la base di molti cocktail”, ha raccontato lo storico Domenico Maura, “e il Martini divenne uno dei più popolari. L’oliva serviva a coprire il sapore sgradevole dell’alcol di bassa qualità. In quel periodo nacquero molte varianti, e il Martini si affermò come simbolo di eleganza anche nei celebri speakeasy”.
Maura ha inoltre ricordato come il passaggio da un gusto dolce a uno più secco riflettesse un cambiamento sociale: “Lo stesso fenomeno si osservava nello champagne. E quando Ian Fleming pubblicò Casino Royale, nacque la moda del Vodka Martini, preferito da James Bond. A quel punto il cocktail divenne leggenda”.
Il tributo a Clemente Queirolo non si è limitato al palco di Villa Boselli. L’evento si è infatti diffuso anche tra le strade e i locali di Arma di Taggia, coinvolgendo alcuni bar del territorio in un circuito tematico interamente dedicato al Martini. Hanno partecipato all’iniziativa: Clipper Bar, Ristorante Bar Playa Manola, Molo 70 e Frog’s Bar.
In questi locali è stato possibile gustare il Martini realizzato secondo la formula “classica e secca”.
“Siamo fieri di questa iniziativa”, ha affermato Angelo Donnaroia, presidente nazionale AIBES. “Finalmente possiamo raccontare e valorizzare una leggenda che nasce in Italia, tra storia e mito. Ringraziamo il Comune di Taggia e il nostro segretario Stefano Cardani, che con grande impegno ha portato avanti questo progetto”.
Cardani, insieme al consigliere nazionale Giuseppe Giordano, ha condotto per anni ricerche tra archivi e documenti. “È una storia che coltiviamo da decenni”, ha spiegato. “Abbiamo deciso di far rivivere questa leggenda attraverso un percorso diffuso che unisce dibattito, degustazione e cultura. I locali partecipanti non solo servono Martini, ma lo fanno con una cura particolare, secondo una formula filologicamente corretta”.
Giordano ha aggiunto: “Siamo convinti che Taggia possa diventare, se non la culla, almeno uno dei luoghi simbolo del Martini nel mondo. È un piccolo sogno, ma con eventi come questo inizia a diventare realtà”.
A seguire, è stata posta sul lungomare una targa commemorativa in memoria di Clemente Queirolo.
Nel video servizio a inizio articolo le interviste a Conio, Maura, Donnaroia, Giordano e Cardani.