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Abbiamo fatto un salto direttamente su uno dei Tatami del Judo Club Sakura di Arma di Taggia ASD, alle Ex Caserme Revelli per fare quattro chiacchiere con alcuni praticanti della classe di Ju Jitsu, durante una delle loro sessioni di allenamento, all’indomani della spedizione di alcuni dei suoi più giovani e promettenti atleti in Thailandia.

La capitale, Bangkok, è stata infatti nei giorni scorsi teatro del World championship e della World Cup organizzata dalla JJIF (jujitsu International federation), con circa 3500 atleti in tutte le specialità ed età, che sono arrivati da ogni parte del mondo.

In particolare a distinguersi, nella categoria Fighting System, sono stati Mattia Salvi e Victoria Nigro, giovanissimi con già un ottimo curriculum alle spalle, entrambi membri della nazionale Italiana di jujitsu, Federazione FIJLKAM, peraltro da primi nella ranking list nazionale.

Victoria Nigro, veniva da un 2025 molto positivo che l’ha vista diventare campionessa Italiana 2025, con due primi posti al Genoa open e al Mediterranean Open e un 5′ posto agli europei, si trattava del primo anno nella categoria Under 18.
Pur non ottenendo il podio, è riuscita a disputare un ottimo torneo esprimendo con grande impegno le sue doti, accumulando molta esperienza.

“E’ stata un’esperienza molto bella” dice “Se non fai delle gare a livelli così alti certe cose non le vedi. Anche gente di altissimo livello che in campo nazionale non immagini neanche di incrociare. Vedi arrivare persone da ogni parte del mondo.”

Mattia Salvi invece concorreva per l’ultimo anno nella Under 14, prima del salto di categoria, anch’egli con un grande 2025, con il titolo Italiano elle vittorie al Genoa open, al Mediterranean Open e agli Europei.
Un torneo che lo ha visto trionfare, dopo una serie di vittorie contro avversari di ottimo calibro, salendo sul primo gradino del podio e ottenendo la medaglia d’oro.

“Un esperienza difficile da definire.” dice Salvi “In quel momento ero rimasto completamente senza parole. non sapevo cosa dire se non rendermi conto che effettivamente avevo vinto il mondiale. Le emozioni sono arrivate tutte in un solo momento. Incredibile”.

“Rispetto all’anno scorso abbiamo trovato” dice il maestro Andrea Molinari “anche per la location, tanti partecipanti dall’Asia e dall’Est Europa, trovando avversari che non conoscevamo, davvero molto forti. C’era un livello di preparazione davvero molto alto, ma d’altronde, essendo un Mondiale era il minimo che ci potessimo aspettare.”