isah imperia

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa di Sinistra Italiana – Sinistra in Comune.

“La notizia della messa in vendita dei piĂč pregiati immobili di proprietĂ  del Comune di Imperia si colloca in perfetta sintonia con il percorso amministrativo dell’amministrazione Scajola. Un percorso ben piĂč frenetico e repentino di quanto rappresentato dallo slogan coniato dal sindaco e che sta portando Imperia, invece che ad avanzare “centimetro dopo centimetro”, a sprofondare mattone dopo mattone.

L’Amministrazione Scajola ha tempo fa annunciato l’avvenuto risanamento dei conti del Comune con un piano di riequilibrio decennale che scarica perĂČ sulle spalle della prossima amministrazione il ripiano dell’80% del disavanzo accumulato. Potendo godere in questi ultimi anni di amministrazione di qualche margine di bilancio grazie a quella “lungimirante” operazione Scajola ha pensato bene di lanciarsi in investimenti immobiliari insensati come l’acquisto e dell’immobile per collocarci gli uffici del settore turismo.

Ha poi dato fondo ai residui margini di indebitamento per realizzare opere di dubbia utilitĂ  come i faraonici servizi igienici del “piano nobile” del palazzo comunale e la pericolosa quanto esagerata scalinata di accesso al Comune, o di scadente qualitĂ  come il rifacimento dei portici del centro di Oneglia e le nuove fermate del bus di largo Piana, salvo scoprire oggi che il Comune, dopo aver “risanato” il bilancio, deve invece mettere in vendita buona parte del suo patrimonio immobiliare piĂč pregiato.

L’insensatezza di questa operazione si puĂČ rilevare per diverse ragioni. Per il momento scelto per mettere sul mercato immobili commerciali attualmente occupati da aziende che lottano per sopravvivere alla crisi dovuta al covid, imprenditori che quindi non possono neanche immaginare di investire nell’acquisto dei locali che utilizzano e ora guardano con ulteriore preoccupazione al futuro delle loro aziende in vista del passaggio ad un soggetto privato della proprietĂ  dell’immobile dove hanno le loro storiche attivitĂ .

In una fase in cui il Comune dovrebbe fare ogni sforzo utile a sostenere le piccole aziende che resistendo ad ogni difficoltĂ  mantengono vivo il tessuto commerciale cittadino, una operazione come questa segna invece il totale distacco tra chi sembra rinchiuso nel palazzo e quella parte di cittĂ  che lotta ogni giorno per non soccombere alla crisi senza sentire al suo fianco le istituzioni locali.

Mettere sul mercato immobili commerciali durante questa crisi significa nel migliore dei casi ottenere una svendita di immobili che sono invece parte del patrimonio piĂč pregiato del Comune, (immobili che oltretutto danno oggi al Comune una rendita costante per i canoni di locazione versati dagli occupanti) facendo quindi una operazione in perdita da tutti i punti di vista.

Vendere immobili che sono una parte di edifici interamente di proprietĂ  e di utilizzo del Comune, come i due locali commerciali dell’ex edificio comunale di Piazza Dante, del Teatro Cavour in Via Cascione o dell’ex Liceo Classico di Piazza Calvi (per la restante parte della Provincia), crea inoltre una problematica coabitazione con i futuri proprietari privati che condizionerĂ  il Comune nella possibilitĂ  di utilizzare in futuro gli stabili per finalitĂ  pubbliche.

Capitolo a parte merita la cessione dell’edificio di piazzetta De Negri utilizzato come sede dall’Isah, dove si completa anche dal punto di vista immobiliare l’operazione privatizzazione del patrimonio pubblico giĂ  avviata con la trasformazione dell’istituto.

Il “sorprendente” annuncio del presidente di Isah, che ha dichiarato che l’Istituto intende acquistare l’immobile messo in vendita dal Comune e che intende farlo con l’accensione di un mutuo che “fortunatamente” peserĂ  sulle casse di Isah per circa lo stesso ammontare dell’attuale affitto pagato al Comune, spiega perfettamente l’operazione.

L’amministrazione Scajola, dopo aver consentito e difeso dalle tante critiche l’operazione di privatizzazione di Isah, oggi svende un immobile pubblico proprio a quell’ente ora privatizzato, e lo fa rinunciando a percepire un importo di affitti che gli consentirebbero di ripagarsi un finanziamento del medesimo importo che realizza ora con la vendita senza perĂČ perderne la proprietĂ , riuscendo quindi a “privatizzare” anche quell’immobile senza averne alcun reale vantaggio.

Alle famiglie degli utenti Isah, che in passato hanno manifestato preoccupazioni per operazioni messe in atto dalla dirigenza che rischiano di pesare sulla qualitĂ  dei servizi, il presidente dell’Istituto dovrebbe semmai fornire spiegazioni in merito alla sostenibilitĂ  finanziaria ed ai rischi dell’operazione di accorpamento con la casa di riposo Agnesi, che Ăš nei pensieri dell’amministrazione e aleggia dietro il progetto del “Polo Sociale” Isah-Casa di riposo previsto nella struttura di via Agnesi, presentato in Comune pochi giorni fa.

Il punto piĂč basso l’operazione immobiliare messa in moto dall’amministrazione Scajola la tocca perĂČ per le ragioni di fondo per cui si Ăš dovuto arrivare a cedere una parte importante del suo patrimonio immobiliare.

In una qualunque famiglia la vendita di un immobile di proprietĂ  Ăš un atto straordinario che, se viene fatto con la “diligenza del buon padre di famiglia”, Ăš motivato da scelte di reinvestimento patrimoniale (si vende un immobile per comprarne un altro), oppure per far fronte ad emergenze o eventi straordinari non affrontabili con risorse ordinarie.

Un amministratore pubblico che voglia dimostrare la diligenza del buon padre di famiglia nella gestione del patrimonio pubblico della sua comunitĂ , prima di mettere in atto una simile operazione, dovrebbe spiegarne le finalitĂ  ai suoi cittadini.

Non Ăš invece agli atti alcuna dichiarazione del solitamente loquace Sindaco, che notoriamente al principio del buon padre di famiglia preferisce quello di padre padrone, con la quale spieghi le finalitĂ  a cui sarebbero destinati i proventi ottenuti dalla vendita degli immobili.

La scarsa comunicazione che ha riguardato la vicenda Ăš lo specchio di una operazione di basso respiro messa in campo per consentire all’amministrazione Scajola di racimolare un po’ di risorse per finanziare magari altri interventi discutibili.

Una operazione da saldi di fine stagione politica che contribuirĂ  ad indebolire ulteriormente il Comune, consegnando a chi dovrĂ  guidarlo in futuro un Ente ulteriormente sprofondato nei suoi irrisolti problemi strutturali”.