Ance e Coldiretti Imperia fanno fronte comune e lanciano un appello al mondo istituzionale, Provincia e Regione in primis, affinché si passi in tempi brevi dalle parole ai fatti per risolvere il crescente problema dell’emergenza idrica attraverso la realizzazione di piccoli bacini. Complice il cambiamento climatico globale in atto, infatti, la siccità è ormai diventata cronica e sta colpendo il Ponente Ligure in misura maggiore rispetto ad altre aree geografiche. I mini-invasi, per entrambe le associazioni che rappresentano le imprese edili e agricole della provincia di Imperia, sono la soluzione ideale perché si possono realizzare in tempi relativamente brevi, sono più sostenibili economicamente, non hanno un impatto ambientale significativo, si possono replicare in aree diverse anche limitrofe e soprattutto si prestano all’approvvigionamento idrico ad uso agricolo, antincendio ed energetico, senza sottovalutare le ricadute economiche positive che possono portare a livello turistico-ricettivo. Ancora, secondo le associazioni, sarebbe quindi necessario avviare quanto prima il monitoraggio per individuare il sito dove realizzare il primo bacino e far partire subito la sua progettazione.

“L’acqua oggi è il nostro oro blu e tutti insieme dobbiamo fare la nostra parte per preservare ed evitare la dispersione di questo bene così prezioso – commenta il presidente di Ance Imperia, Enio Marino. – Già nella scorsa primavera come associazione avevamo commissionato all’Università di Genova uno studio di fattibilità su invasi superficiali ad utilizzi plurimi. I cui risultati sono stati presentati nei mesi scorsi in un convegno organizzato insieme all’Ato Idrico Ovest e altri partner. Nel corso dell’incontro con la Coldiretti di Imperia che abbiamo avuto lo scorso 5 agosto, è emerso come siamo sulla stessa lunghezza d’onda, così abbiamo deciso di fare quadrato e prendere posizione sull’argomento, anche considerato che buona parte dei finanziamenti pubblici per la realizzazione di simili opere valorizzano in primo luogo la loro finalità agricola. Ora non c’è più tempo da perdere, bisogna individuare gli interventi, trovare le risorse e concretizzarli, sperando di non arrivare troppo in ritardo rispetto al progredire del problema”.

“Da anni continuiamo a chiedere alle istituzioni di mettere in piedi una programmazione per la gestione delle risorse idriche non attraverso la costruzione di dighe ma bensì di piccoli bacini – continua Gianluca Boeri, presidente Coldiretti Imperia. – In provincia di Imperia mancano mini-invasi ma anche reti irrigue, ad esempio i Comuni potrebbero riutilizzare le acque dei depuratori anche solo per irrigare il verde pubblico anziché buttarle a mare. In Ance abbiamo trovato un partner strategico per sollecitare il mondo politico a investire sul riutilizzo dell’acqua, visto che abbiamo perso i finanziamenti del Pnrr per le infrastrutture idriche e rischiamo di non utilizzare neppure i fondi del Piano di Coesione. Dobbiamo mettere in campo un progetto, individuare l’ente giuridico, ad esempio nello Spezzino opera il consorzio di Bonifica del Canale Lunense, attuatore e poi gestore, nella consapevolezza che i benefici non sono solo per l’agricoltura ma per l’intera collettività e che ci vorranno anni prima che si concretizzi. Nel frattempo, bisogna mettere mano alla manutenzione delle reti esistenti, visto che abbiamo una perdita media del 40% e che dipendiamo quasi esclusivamente dalle fonti del torrente Roja”.