È stata portata questa sera in consiglio comunale a Imperia, una mozione presentata dal consigliere Lucio Sardi (AVS), avente tema della riqualificazione dell’ex raffineria Sairo.
Il progetto ha alle spalle un iter lungo e complesso, con il piano che è stato più volte modificato, prevedeva inizialmente il recupero degli edifici e la realizzazione di due palazzine per alloggi sociali.
Inizialmente inserito tra gli interventi finanziati con i Fondi di coesione, con scadenza 2030, il piano è stato successivamente ricondotto nell’ambito del PINQuA e infine incluso nel Pnrr, che impone tempistiche più strette, con termine al 2026. Per rispettare le nuove scadenze, il Comune ha ridotto i volumi previsti e rimodulato il progetto, ottenendo recentemente il via libera da parte del ministero.
“Nel 2024 tutto procedeva bene, con lavori previsti entro fine 2025”, spiega il consigliere d’opposizione Sardi. Tuttavia, sono emersi problemi ambientali legati all’inquinamento del terreno, causando un aumento dei costi e ritardi. A marzo 2025, il sindaco Claudio Scajola ha annunciato la cancellazione della palazzina privata: “La seconda palazzina è sparita, al suo posto ci saranno parcheggi”. Il Comune aveva poi ottenuto l’ok ministeriale per modificare il progetto, ma Sardi critica: “Si rischia di perdere la parte migliore, la casa per le fasce più deboli. Il sindaco venga a spiegare cosa è successo a questo progetto che doveva essere una rinascita per la città”.
“Chiediamo”, prende parola il consigliere Ivan Bracco (PD), “di conoscere se i 26 appartamenti previsti sono confermati, se la seconda palazzina non ci sarà più, quanto costerà l’opera e cosa succederà se non sarà terminata”.
La fase di discussione è piuttosto breve e vede un “duello” a distanza fra l’assessore ai Lavori Pubblici Gianfranco Gaggero e il proponente della mozione.
“Sento, ascoltando, che qui si fanno solo disastri”, commenta il sindaco Claudio Scajola alla fine delle discussioni, “ma vi chiedo: siete contenti che si porti a compimento o speravate che saltasse? Il governo ha cambiato le carte. I progetti PINQuA avevano come temporaneità il 2017, poi sono stati spostati per problemi di quote sul Pnrr. Una buona amministrazione, quando porta a casa un risultato, dovrebbe essere contenta. Mediando con Palazzo Chigi siamo riusciti a ottenere due riduzioni del progetto. Crediamo di riuscire a rispettarlo, ed è una componente minoritaria rispetto al destino di buona parte degli altri progetti PINQuA”.
“Visto che siamo in chiusura, in tutto questo discorso vorrei capire se i 26 appartamenti rimangono. E lo scopo finale dell’area quale sarà? Perché sennò non si capisce”, chiede Bracco.
“Due palestre e la possibilità di mettere assieme un patto generazionale. La palazzina, che di appartamenti ne aveva 16, non c’è più”, spiega Scajola.
La mozione viene respinta con 18 voti contrari e 18 favorevoli.