In primavera e in estate non è raro osservare lungo le coste liguri schiume bianche, colorazioni anomale dell’acqua, chiazze giallastre o altri materiali galleggianti. Un fenomeno che a volte suscita sospetto e preoccupazione, perché facilmente associato a episodi di inquinamento. In realtà, molto spesso si tratta di fenomeni naturali legati alla proliferazione di organismi microscopici come alghe e fitoplancton, che costituiscono la base della catena alimentare marina.
Schiuma in mare- Le parole di Valeria Tomei
Ai nostri microfoni Valeria Tomei, responsabile del settore qualità delle acque del Ponente per Arpal, ha spiegato: “Schiuma è una parola che associata al mare può generare allarme. Ma nella maggior parte dei casi si tratta di fenomeni naturali. La crescita rapida e la successiva morte del fitoplancton rilasciano in acqua materia organica, soprattutto lipidi, che con mare agitato e vento danno origine alle caratteristiche bolle e alle strisce biancastre osservabili dalla costa”.
Come si formano
L’azione dei venti e lo spostamento dell’acqua creano vortici di superficie che determinano zone di convergenza, dove la materia organica si concentra. È qui che si formano le lunghe strisce bianche o le macchie di schiuma. Dal punto di vista scientifico, si tratta di aggregati di particelle di dimensioni inferiori a 1 micrometro, in concentrazioni che possono variare da 3.000 a 50.000 cellule per litro. Queste cellule vengono tenute insieme da materiale gelatinoso di origine organica, composto principalmente da zuccheri e altre sostanze naturali.
Le cosiddette mucillagini possono trattenere materiali galleggianti, dalle piume agli oggetti di plastica, dando la sensazione di un mare sporco o contaminato, quando in realtà si tratta di fenomeni biologici.
Polline in mare
Nei mesi primaverili è possibile osservare anche ampie chiazze giallastre. In questo caso il fenomeno non è legato ad alghe o fitoplancton, ma al polline. Aggregandosi sulla superficie del mare, i granelli di polline possono essere confusi con sostanze inquinanti, soprattutto quando inglobano altri materiali galleggianti.
I principali fenomeni osservabili
- Schiume bianche persistenti. Si formano naturalmente quando il plancton, in presenza di nutrienti, vento e moto ondoso, rilascia sostanze organiche che si accumulano in superficie. Le schiume bianche non sono di per sé un segnale di inquinamento.
- Colorazioni anomale dell’acqua. In estate possono verificarsi proliferazioni di microalghe (come Ostreopsis ovata o specie del gruppo delle Chlorophyta) che modificano il colore dell’acqua, rendendola più verde o torbida. Anche questo è un processo naturale, favorito da alte temperature e acque ricche di nutrienti.
- Aggregati pollinici. In primavera, il vento può trasportare grandi quantità di polline (soprattutto da pini ed erica arborea), che si accumulano in mare formando chiazze giallastre o schiumose. Il fenomeno è innocuo per l’uomo e gli ecosistemi.
- Velelle (Velella velella) Questi piccoli organismi galleggianti, simili a meduse, arrivano a riva in grandi quantità in primavera. Gli spiaggiamenti sono spettacolari, ma del tutto naturali e non pericolosi.
Arpal effettua regolarmente il controllo della qualità delle acque di balneazione da aprile a settembre. I risultati dei campionamenti, disponibili in tempo reale sul sito dell’Agenzia, si basano su analisi biologiche in grado di rilevare eventuali contaminazioni.
Il ruolo dei cittadini e le segnalazioni
La presenza di schiuma o di chiazze giallastre non deve quindi allarmare automaticamente: spesso si tratta di fenomeni naturali. Tuttavia, sottolinea Tomei, è importante l’attenzione dei cittadini: “Le segnalazioni vanno sempre fatte al Comune o alla Capitaneria di Porto, che valutano se coinvolgere Arpal. È fondamentale distinguere i fenomeni naturali dagli episodi effettivi di inquinamento”.
Nel video-servizio a inizio articolo la spiegazione integrale di Tomei.