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Nella tarda mattinata del 6 ottobre, a Sanremo, la Polizia di Stato traeva in arresto un cinquantaseienne sanremese, responsabile di atteggiamenti persecutori e minacciosi nei confronti dell’ex compagna di cinquantacinque anni.

Nel corso degli ultimi mesi vi erano già stati interventi di polizia trattati con la procedura di “codice rosso” che avevano coinvolto la coppia. La vittima aveva formalizzato una denuncia-querela nei confronti dell’uomo per il reato di atti persecutori, poiché l’ex compagno continuava a inviarle numerosi messaggi minacciosi con richieste di denaro.

La mattina del 6 ottobre la donna, spaventata per l’insistenza del suo ex e per il suo atteggiamento persecutorio e molesto, si presentava nuovamente presso gli uffici del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Sanremo, raccontando nuovi episodi.

Poco dopo la formalizzazione di quest’ultima denuncia, al momento del rientro presso la propria abitazione, la donna chiedeva l’intervento di una pattuglia poiché, giunta nei pressi della porta del suo appartamento e mentre stava inserendo la chiave, veniva aggredita alle spalle dal cinquantaseienne che la spingeva con violenza contro la porta e la costringeva a entrare in casa. Una volta all’interno, l’uomo, con fare minaccioso e aggressivo, intimava alla donna di ritirare la denuncia appena formalizzata negli uffici di polizia.

La donna, con uno stratagemma, riusciva a uscire dall’appartamento e a richiedere l’immediato intervento delle forze dell’ordine. Gli agenti della squadra volante, prontamente intervenuti sul posto, rintracciavano la vittima nei pressi di via Palma, visibilmente scossa, agitata e impaurita.

L’uomo, invece, che si trovava ancora nell’appartamento, vistosi braccato, iniziava a inveire con tono aggressivo e a pronunciare frasi ingiuriose e minacciose nei confronti degli operatori. Una volta contenuto, veniva tratto in arresto per il reato di atti persecutori (stalking) e accompagnato presso gli uffici di polizia.

Avvisato il pubblico ministero di turno presso la Procura della Repubblica di Imperia, si disponeva la sua traduzione in carcere presso la casa circondariale di Sanremo, per poi essere messo a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Dopo la convalida dell’arresto, l’indagato veniva scarcerato e sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari.