casinò di sanremo

Dopo gli eventi estivi che hanno visto a Sanremo Gian Luigi Nuzzi, Roberto Giacobbo, Paolo Mieli, Rosella Postorino e Carlo Cottarelli, continuano gli appuntamenti inseriti nella stagione autunnale dei Martedì Letterari del Casinò di Sanremo, curati da Marzia Taruffi, che permetteranno di approfondire tematiche di grande attualità e, al contempo, di ricordare momenti storici e culturali di particolare interesse.

“Dopo il Festival dell’Alta Sartoria ecosostenibile, che si terrà il 6 settembre, la stagione autunnale dei Martedì Letterari presenterà il 9 settembre, nell’ambito dell’omaggio per i 2.500 anni dalla fondazione di Napoli, l’incontro con Emanuele Filiberto di Savoia, che spazierà con il suo libro tra memorie familiari e pezzi importanti dell’evoluzione storica nazionale. Riaffermeremo il forte legame con la cultura partenopea anche il 23 settembre, ricordando Roberto Murolo, che fu responsabile artistico nel 1932 del primo Festival dell’arte partenopea a Sanremo. Con il direttore del TG2, Antonio Preziosi, verrà contestualizzata la figura di Sua Santità Leone XIV, e con Domenico Quirico l’attenzione si sposterà sul Medio Oriente e i conflitti in atto, mentre con il dott. Claudio Clemente torneremo agli anni di piombo. Non poteva mancare l’omaggio ai 100 anni della silloge ‘Ossi di seppia’ di Eugenio Montale, con il prezioso apporto del Gabinetto di Lettura del Vieusseux, un’intensa ‘pagina’ di letteratura con Sebastiano Mondadori e la presenza del prof. Aldo Mola per l’analisi dell’evoluzione nazionale nell’anno della svolta, il 1925. Un grazie a tutti coloro che partecipano alla rassegna e al gentile pubblico che la segue numeroso”, afferma il consiglio di amministrazione del Casinò di Sanremo.

“I Savoia a Napoli. Storia, aneddoti e nostalgia”

Martedì 9 settembre, alle ore 18.00, nel Teatro dell’Opera, Emanuele Filiberto di Savoia presenta l’opera I Savoia a Napoli. Storia, aneddoti e nostalgia (Armando De Nigris Editore). Partecipa il dott. Matteo Moraglia.

Essere l’erede, più che di un trono, di un’intera e gloriosa storia: questo è ciò che sente il Principe Emanuele Filiberto di Savoia mentre cammina tra i corridoi e le stanze del Palazzo Reale di Napoli. Una città che ha avuto, e che conserva, un profondo legame con la sua casata, testimoniato dagli arredi, dai ritratti e dagli oggetti disseminati nelle sale della prestigiosa residenza, come se i suoi avi si fossero divertiti a spargere molliche di pane per consentire a lui, oggi, di ritrovare la strada di casa.

Le vicende di un intero regno si sono intrecciate per decenni con quelle, umane e civili, dei suoi antenati: dalle amicizie con grandi artisti e intellettuali (Domenico Morelli, Giovanni Pascoli, Giosuè Carducci, Friedrich Nietzsche, per citarne alcuni) alle imprese militari, passando per gli attentati subiti, fino ai giorni del referendum e al conseguente esilio. Perché, in fondo, come ci rammenta il Principe, “le monarchie sono come i sogni: o si ricordano subito o non si ricordano più”.

Premio Letterario Internazionale Casinò di Sanremo Antonio Semeria

Sabato 13 settembre si terrà la cerimonia del Premio Letterario Internazionale Casinò di Sanremo Antonio Semeria. Gran Trofei consegnati a Gian Luigi Beccaria, Lucia Esposito e Alan Elkann. Partecipano anche il prof. Stefano Zecchi e il dott. Mauro Mazza.

“Di cosa siamo capaci”

Martedì 16 settembre, ore 16.30, Sebastiano Mondadori presenta il suo ultimo romanzo: Di cosa siamo capaci (La Nave di Teseo).
Un viaggio letterario tra generazioni, ideali e disincanti.

“Un’opera stratificata che si muove come un’onda carsica, tra ideali luminosi e nostalgie feroci, tra generazioni agli opposti, tra madri e figlie” – Ursula Beretta, La Lettura.

Adele irrompe sulla scena come un’eroina della Nouvelle Vague. Nina sbuca piano dalla foresta delle sue timidezze. Sono madre e figlia, invase d’amore, libri e politica, che sperano tutto, troppo, finché il tempo è dalla loro parte. Le conosciamo nelle estati dei rispettivi ventitré anni: nel Grande Bivacco del 1968, in una tenuta in Toscana, con Adele indecisa tra Bebo e Rudi – quando insieme dovevano cambiare il mondo e sono rimasti con un pugno di rimpianti; in giro per l’Europa in interrail nel 1993, con Nina che tradisce il fratello Marco e il fidanzato Ruben con la giovane Thaïss – quando sembrava tutto facile, pochi mesi prima che l’Italia cambiasse.

Sospese tra la vita come accade e i ricordi con cui la inseguiranno, Adele e Nina si perdono e si ritrovano lungo cinquant’anni di storia italiana, mentre Milano diventa il teatro – ora cupo, ora sfavillante ma sempre più presago – di un’epoca al tramonto. E quanto sbagliano, madre e figlia, nelle scelte affidate al caso o lasciate a metà, fino a rinnegare i propri ideali, nelle vocazioni infrante e nei segreti consumati, nella sala d’attesa di un ospedale o su una spiaggia ventosa ad Albufeira. Sono tanti, tantissimi i loro compagni di strada, gli amici e gli amanti di questa commedia mancata, o meglio rovesciata: dal desiderio alla nostalgia, giusto in tempo per vedere di cosa siamo capaci quando la vita ci mette alla prova.

Sebastiano Mondadori si è laureato in Filosofia all’Università di Pavia con una tesi sullo Zibaldone di Leopardi. Nel 2001 ha pubblicato il romanzo Gli anni incompiuti (Marsilio), vincitore dei premi Rhegium Julii – Opera Prima, Città di Meda – Opera Prima e Edoardo Kihlgren – Opera Prima. Nel 2002 è uscito Sarai così bellissima (Marsilio). All’inizio del 2003, sempre da Marsilio, è uscito il romanzo Come Lara e Talita. Mondadori lavora in editoria e collabora con “l’Unità”, “Nuovi Argomenti” e “Io Donna”. Ha pubblicato Gli anni incompiuti (Marsilio 2001, Premio Kihlgren), Sarai così bellissima (Marsilio 2002) e Come Lara e Talita (Marsilio 2003), oltre a La commedia umana.

“Qui fu Napoli – Roberto Murolo”

Il 23 settembre, per ricordare i 2.500 anni dalla fondazione di Napoli, in collaborazione con la Fondazione Casa di Murolo, Giovanni Paonessa illustra il libro Qui fu Napoli – Roberto Murolo (De Nigris Editore).

“Mi chiamo Roberto Murolo, sono nato a Napoli il 19 gennaio 1912, da Ernesto e Lia Cavalli. Sesto di sette figli, sin da bambino mi sono nutrito con le poesie e le canzoni che, nel salotto di casa, mio padre componeva con Libero Bovio, Salvatore Di Giacomo, Raffaele Viviani, Ferdinando Russo, Ernesto Tagliaferri. Li ascoltavo incantato, ma quando ho deciso di mettermi a suonare e cantare, ho fondato i Mida Quartet, un gruppo jazz con cui ho girato l’Europa. Soltanto dopo il mio ritorno a Napoli ho imbracciato la chitarra, iniziando a cantare, a modo mio, tutto il repertorio classico napoletano, dalle prime villanelle del 1200 fino agli autori più recenti. Poi, sulla soglia degli ottant’anni, ho avviato un nuovo progetto musicale, fatto di contaminazioni e collaborazioni, che ho portato avanti fino alla fine dei miei giorni qui sulla terra. Quasi tutto è avvenuto tra le mura dell’appartamento di via Cimarosa al Vomero, dal quale forse non me ne sono mai andato del tutto. Sarrà… chi sa!”

Con la prefazione di Maurizio de Giovanni e con contributi speciali di Renzo Arbore ed Enzo Gragnaniello. Partecipa il cantante, autore e scrittore Mario Maglione con il suo volume Ove canta o’ core (De Nigris Editore).

“Leone XIV – La via disarmata e disarmante”

Martedì 30 settembre, ore 16.30, nel Teatro dell’Opera, Antonio Preziosi, direttore del TG2, presenta Leone XIV – La via disarmata e disarmante (Edizioni San Paolo). Partecipa S.E. Mons. Antonio Suetta.

“A tutte le persone, ovunque siano, a tutti i popoli, a tutta la terra, la pace sia con voi. Questa è la pace del Cristo risorto, una pace disarmata e una pace disarmante, umile e perseverante. Proviene da Dio, Dio che ci ama tutti, incondizionatamente”. Queste le parole con cui Robert Francis Prevost – sacerdote agostiniano e primo Papa americano – ha esordito affacciandosi in Piazza San Pietro. Una nomina che ha sorpreso molti e generato speranza nel cuore dei fedeli, non da ultimo per il nome scelto, Leone XIV, un chiaro riferimento al pontefice fondatore della Dottrina sociale. Questo libro di Antonio Preziosi introduce alla comprensione di una scelta che viene da lontano: il nuovo pontefice, statunitense ma con radici missionarie in America Latina, ha goduto della massima fiducia di Francesco. Monaco agostiniano dal carattere riservato, è stato chiamato da Bergoglio per un ruolo strategico: prefetto del Dicastero per i Vescovi. In questa posizione chiave ha contribuito a formare una nuova generazione di pastori aperti, meno giudicanti e più vicini alle ferite della gente. Quello che ci attende è, dunque, un pontificato che sarà “fucina di riforme”, in continuità con il programma bergogliano.

Queste pagine raccontano la vita del nuovo Papa, gli anni in Perù, la sua riconosciuta capacità di dialogo e le sfide che lo attendono.

“Le quattro jihad”

In collaborazione con “Ottobre di pace” il 7 ottobre alle ore 16.30 Domenico Quirico presenta Le quattro jihad (Rizzoli).

Nel luglio del 1798 l’esercito di Napoleone Bonaparte sbarca in Egitto. L’islam, fino ad allora forte e ricco, si trova a essere facile preda e scopre per la prima volta la potenza dell’Occidente. È in questo scenario che si consuma il primo episodio di jihad moderno: il giovane Soleyman El-Haleby, fervente fedele di Aleppo, assassina il generale Jean-Baptiste Kléber, lasciando un segno nella storia della guerra santa islamica.

Da qui, fra emiri e briganti, profeti e assassini, la sfida sanguinosa tra Dio e il mondo continua nel Sudan di fine Ottocento, con il duello tra l’enigmatico Mahdi e il generale Gordon Pascià, simbolo stesso dell’imperialismo britannico; poi prosegue nelle lotte dei tuareg contro il colonialismo francese e italiano, e infine si misura con l’oggi: con al-Qaeda e Osama Bin Laden, il miliardario saudita che ha saputo trasformare il jihad in una vera e propria “multinazionale del terrore”; con l’Isis e la restaurazione del regno di Dio attraverso i “demoniaci” strumenti della modernità – internet, comunicazione, armi – e con Hamas, che porta nella guerra senza fine per la Palestina non più la rabbia di chi sogna uno stato, ma la micidiale idea della purificazione di ciò che considera l’ultima colonia dell’Occidente.

Con uno stile avvincente e il rigore del grande giornalismo, Domenico Quirico intreccia eventi e personaggi in un viaggio nel cuore di tenebra dell’estremismo e, insieme, demolisce la distinzione fra buoni e cattivi tracciata dalla propaganda dell’uomo bianco: la “banale sceneggiatura di un film in cui il nostro eroe, emblema di civiltà e progresso, si scontra con un fanatico assassino”. Dimostrando come la guerra santa, in tutte le sue declinazioni, sia stata e continui a essere una forza che modella il destino del mondo.

Centenario della silloge “Ossi di seppia” di Eugenio Montale

Martedì 14 ottobre alle ore 16.30, in collaborazione con il Gabinetto di lettura del Vieusseux: centenario della silloge “Ossi di seppia” di Eugenio Montale.

Relazionano il prof. Francesco De Nicola e l’on. Riccardo Nencini, presidente del Gabinetto letterario del Vieusseux. Verranno esposti documenti originali provenienti dalla collezione del Gabinetto di lettura del Vieusseux di Palazzo Strozzi a Firenze.

“La notte di Riofreddo. La vera storia dell’operazione Soffiantini”

Martedì 21 ottobre alle ore 16.30, per il ciclo “La cultura della legalità”, Claudio Clemente, già comandante dei Nocs della Polizia di Stato, presenta La notte di Riofreddo. La vera storia dell’operazione Soffiantini (Archivio storia).

Il 9 febbraio 1997 l’imprenditore bresciano Giuseppe Soffiantini veniva liberato dopo ben 237 giorni di dura prigionia trascorsi nelle mani dei suoi sequestratori. Nella vicenda di quel sequestro si inscrive il drammatico blitz dei Nocs, che costò la vita all’ispettore Samuele Donatoni ma che, pure nell’alto tributo di sangue pagato, contribuì a indebolire la banda, grazie alla cattura di quattro importanti esponenti.

A ricostruire la trama degli eventi è la voce dell’allora comandante dei Nocs, che in prima persona ha seguito l’intera vicenda ed è stato protagonista della notte di Riofreddo, avendo condotto tutte le operazioni legate al sequestro. La narrazione ha il ritmo serrato di un diario, scandito da una scarna sequenza di date: le date della memoria, ritenute significative dall’autore nel ripercorrere l’intensa attività di quei mesi, dal momento del rapimento fino ai drammatici eventi del blitz e della cattura di Moro e dei suoi complici.

Attraverso la sua testimonianza, l’autore rivendica una verità storica, ben lontana da ricostruzioni filmiche e congetturali, una verità per lungo tempo offuscata da tormentate vicende giudiziarie. Con il ricordo di Samuele Donatoni del giudice Giancarlo Caselli.

Claudio Clemente, dirigente superiore della Polizia di Stato, è stato comandante del Nocs dal 1995 al 2003 e ha condotto numerose operazioni ad alto rischio per la liberazione di ostaggi e la cattura di pericolosi latitanti, ottenendo encomi e riconoscimenti anche da parte di organismi di sicurezza internazionale (Cia, Fbi, Secret Service) per l’impegno profuso nella lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata.

“1925. Verso il regime”

Martedì 28 ottobre alle ore 16.30 il prof. Aldo Mola presenta 1925. Verso il regime (Bastogilibri 2025).

Tra il giugno 1924 e l’inizio del 1926 Benito Mussolini, presidente del Consiglio dei ministri, avviò la svolta dal sistema pluripartitico a quello di partito unico. Il Gran consiglio del fascismo rimase organo di partito, privo di personalità giuridica.

Mussolini fu facilitato dalle opposizioni che disertarono la Camera dei deputati (“Aventino”) e non offrirono a Vittorio Emanuele III alcun appiglio costituzionale per revocare il “duce”. In parlamento alternò toni aggressivi a dialoganti, ottenne il consenso di non fascisti e varò leggi molto attese, come il diritto di voto amministrativo femminile, la “battaglia del grano” e il credito fondiario.

La legge sull’appartenenza dei pubblici impiegati ad associazioni, che impegnò il parlamento per l’intero 1925, determinò l’autoscioglimento della massoneria. Seguirono lo scioglimento dei partiti e dei sindacati antigovernativi, la decadenza dei deputati aventiniani e il controllo poliziesco dei cittadini. Il governo mussoliniano fu assecondato da quelli esteri e dalla Chiesa cattolica, che nel 1925 celebrò l’Anno santo col favore del fascismo.

Il volume è pubblicato dall’Associazione di studi storici “Giovanni Giolitti” e dall’Associazione di studi sul Saluzzese, con l’adesione di: Comando militare esercito Piemonte, Associazione nazionale ex allievi della Nunziatella, Gruppo Croce Bianca (Torino), Centro studi piemontesi, Istituto italiano per gli studi filosofici, Istituto di studi politici Giorgio Galli (Milano), Annali della nobiltà italiana, Comitato di Cuneo dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano e Comune di Torre San Giorgio (Cn).

Aldo Alessandro Mola (Cuneo, 1943), storico e saggista, dal 1967 ha pubblicato opere sul Partito d’azione, sul Risorgimento, sull’unificazione nazionale e i suoi protagonisti (Mazzini, Garibaldi, i re d’Italia). Per Bompiani ha pubblicato Storia della monarchia in Italia (2002), le biografie di Silvio Pellico (2004) e di Giosuè Carducci (2006), e Storia della massoneria in Italia (2018). Il suo Giovanni Giolitti (2003) è nei “Classici della Storia” Mondadori.

Contitolare della Cattedra Théodore Verhaegen dell’Università libera di Bruxelles, nel 1980 è stato insignito della medaglia d’oro di benemerito della cultura. Nel 2017 ha concorso alla traslazione a Vicoforte delle salme di Vittorio Emanuele III e della regina Elena.