Alessandro Petrini

Venerdì 5 dicembre, alle 16, si è svolto a Bussana l’incontro dedicato alla nuova riforma sanitaria ligure. Presenti il presidente della Regione Marco Bucci (in videoconferenza), l’assessore alla Sanità Massimo Nicolò, la dirigenza aziendale di Asl 1, i dirigenti medici, i direttori dei servizi e le organizzazioni sindacali.

Un incontro che, però, non ha mancato di suscitare polemiche. A sollevarle è il segretario generale della FP Cgil Imperia, Alessandro Petrini, che denuncia: “Il personale sanitario e amministrativo del comparto non è stato invitato: 2.600 lavoratrici e lavoratori non invitati. La FP Cgil Imperia si dichiara contraria alla riforma sulla sanità ligure presentata attraverso la proiezione di slide e le spiegazioni del presidente della Regione e dell’assessore alla Sanità”.

Secondo Petrini, la riforma “manca di risposte concrete alle vere problematiche della popolazione”, soprattutto nelle province lontane dalla città metropolitana di Genova, dove da anni si registrano carenze di servizi, specialità ospedaliere e personale sanitario. “Inspiegabile – aggiunge – il giudizio e il comportamento di una dirigenza regionale che affronta con leggerezza e in tempi record una riforma che rischia di far saltare tutti gli equilibri di un’assistenza sanitaria già precaria e in costante affanno”.

Uno dei punti più contestati è il cambio della governance: “È stato spiegato il cambio della ‘governance’: una direzione generale a comando di tutte le Asl provinciali, affiancata da un’altra dirigenza che governerà su parte dei presidi ospedalieri di Genova. Qual è il fine di questa riforma?”.

Il sindacato non si ritiene soddisfatto delle rassicurazioni ricevute. “Fa piacere sentir dire che si potranno uniformare i salari di tutto il personale dipendente, ma rimane da comprendere con quali fondi, visto il bilancio profondamente negativo di tutte le Asl liguri, e con quale contrattazione aziendale di riferimento”, commenta Petrini. “Non crediamo sia possibile unificare sotto un’unica direzione cinque Asl e cinque territori profondamente differenti per tecnologia aziendale, economie, risorse umane, strutture, infrastrutture e popolazione”.

Per la FP Cgil, le parole utilizzate per presentare la riforma suonano come un déjà-vu: “Sono le stesse parole che introducevano la nascita di Alisa nel 2016, un progetto che non è andato a buon fine e che è stato un fallimento riconosciuto dagli stessi vertici regionali. Oggi si ripresenta una riforma molto simile e, a nostro avviso, potenzialmente più pericolosa”.

Il sindacato critica anche i presunti risparmi che la Regione vorrebbe ottenere intervenendo sul personale amministrativo: “Nelle slide si parla di risparmi recuperati sulla riorganizzazione del personale di back-office, definito troppo numeroso e troppo costoso. La FP Cgil ha ricordato al presidente della Regione che quel personale corrisponde ai dipendenti amministrativi delle Asl, lavoratrici e lavoratori formati negli uffici trattamento economico, bilancio, economato. Non accettiamo un ‘poi si vedrà’. Pretendiamo sapere da chi e come verrà gestito il personale amministrativo”.

Il sindacato chiede inoltre chiarimenti sulla possibilità che il personale debba spostarsi fuori provincia: “I dipendenti vogliono sapere se dal 1° gennaio rischiano di dover prestare servizio ad Albenga o Savona. La popolazione, spesso anziana o senza mezzi di trasporto, vuole sapere se dal 2026 per un esame diagnostico dovrà spingersi fino a Genova o La Spezia”.

Per Petrini, “troppe sono le risposte che mancano”, a partire dal potenziamento della sanità territoriale e sociosanitaria: “Il diritto alla cura è un principio fondamentale sancito dall’articolo 32 della Costituzione. Non basta investire in Case di Comunità che, di fatto, sono ancora scatole vuote”.

Di fronte a questi scenari, la FP Cgil annuncia la mobilitazione: “La FP Cgil sarà presente nei prossimi giorni sotto il palazzo della Regione per manifestare la propria disapprovazione a quanto sta accadendo e affiancherà la protesta sulla riforma sanitaria. Saremo allo sciopero nazionale del 10 dicembre per il settore igiene ambientale – per salari dignitosi, salute, sicurezza e più tutele – e allo sciopero generale del 12 dicembre, contro una legge di bilancio ingiusta, per aumentare salari e pensioni, per fermare l’innalzamento dell’età pensionabile, per dire no al riarmo e investire su sanità e istruzione, per contrastare la precarietà e per politiche industriali e del terziario concrete”.

Conclude Petrini: “Rivendichiamo trasparenza, partecipazione e risposte reali, non slogan o promesse”.