Sanità ligure riforma

Il dibattito sulla riorganizzazione del sistema sanitario ligure entra nel vivo. Mentre il presidente della Regione Marco Bucci punta a chiudere la sua riforma entro fine anno (9-10 dicembre Asl unica al centro del voto in Consiglio regionale), il centrosinistra mette sul tavolo un progetto alternativo, presentato ieri davanti al Policlinico San Martino di Genova.

“Presenteremo un documento con soluzioni diverse“, aveva anticipato ai microfoni di Riviera Time il consigliere regionale del Partito Democratico e vicepresidente della Commissione Sanità, Enrico Ioculano.

La proposta dell’opposizione: tre aree territoriali e coordinamento unico degli ospedali genovesi

La controproposta elaborata da Pd, M5S, Alleanza Verdi–Sinistra e Lista Orlando prevede una riorganizzazione profondamente diversa rispetto all’Azienda sanitaria unica immaginata dalla Giunta. L’idea è quella di istituire tre macro-aree – Ponente, Genova e Levante – per superare le attuali cinque Asl senza però arrivare a una centralizzazione totale.

Al centro del progetto c’è un grande coordinamento degli ospedali genovesi: non una fusione amministrativa, ma un’unica regia che metta in sinergia San Martino, Galliera, Villa Scassi, Gallino, Micone, Colletta, Evangelico, Gaslini e gli ospedali di comunità.

Il primo passo dovrebbe essere “una valutazione dei bisogni sanitari, che manca da oltre dieci anni, insieme al rafforzamento delle aree operative ottimali, alla riorganizzazione dell’edilizia ospedaliera all’interno dell’assessorato competente e a un sistema informatico realmente integrato”, ha spiegato l’opposizione.

“Un’unica Asl non garantirebbe equilibrio nei servizi”

Per le minoranze, prima di scegliere qualsiasi modello bisogna partire da un’analisi accurata del territorio ligure, caratterizzato dalla popolazione più anziana d’Europa e da una natalità in costante calo.

In questo quadro, sostengono i gruppi consiliari, una sola Azienda sanitaria rischierebbe di non riuscire a distribuire in modo equilibrato i servizi nelle diverse aree regionali, soprattutto in una regione morfologicamente complessa. Da qui la richiesta di una riforma di prossimità, più sensibile alle specificità locali.

Tra le priorità indicate dall’opposizione figurano:

  • il ritorno della competenza sull’edilizia ospedaliera all’assessorato alla Sanità;
  • lo stop ai commissariamenti;
  • una riforma coordinata con il piano sociale integrato;
  • un nuovo accordo strutturato con i medici di base;
  • il mantenimento del ruolo programmatorio in capo al settore pubblico.

Tour informativo di Bucci

Nel mentre, proprio ieri, proseguiva il tour informativo del presidente Bucci, affiancato dall’assessore Massimo Nicolò e dal direttore generale dell’area Salute e Servizi sociali, Paolo Bordon. Ieri il confronto si è svolto all’ospedale Villa Scassi con medici, dirigenti sanitari e il presidente dell’Ordine dei Medici di Genova, Alessandro Bonsignore.

La riforma presentata dalla Giunta ridisegna completamente l’assetto del sistema sanitario ligure. Il fulcro è l’istituzione dell’Azienda Tutela Salute Ligure (ATSL), una realtà unica che dovrebbe sostituire le attuali cinque Asl, articolandosi in cinque aree territoriali: Imperiese, Savonese, Genovese, Tigullio e Spezzino. In parallelo, la nuova struttura ‘Liguria Salute‘ dovrebbe centralizzare funzioni amministrative e logistiche, con l’obiettivo di ottenere economie di scala e liberare risorse da investire nell’assistenza.

Sul fronte ospedaliero il progetto prevede la nascita dell’Azienda Ospedaliera Metropolitana di Genova, che unificherebbe l’attività di San Martino, Galliera e Villa Scassi per ottimizzare chirurgie, sale operatorie e gestione delle liste d’attesa, rafforzando la collaborazione tra strutture di alta specializzazione.

Oggi il tour prosegue all’ospedale San Paolo di Savona, il 24 all’ospedale Galliera, il 3 dicembre al San Martino, e successivamente con il personale nelle sedi della Asl1, Asl4 e Asl5