Una platea gremita nell’aula magna dell’Asl1 imperiese di Bussana ha seguito la presentazione della nuova riforma sanitaria della Regione Liguria, illustrata dal presidente Marco Bucci, collegato da remoto, e dall’assessore regionale alla Sanità Massimo Nicolò.

“L’obiettivo non è risparmiare, ma spendere di più”, dice il presidente Bucci, annunciando inoltre di voler dare molto peso alla prevenzione. “Aiuta a non diventare malati. Investiremo molto sulla prevenzione e posso garantire un’attività sanitaria omogenea sul territorio”.

La riforma, nelle intenzioni della giunta regionale, punta a centralizzare tutta la parte amministrativa e di back office delle strutture sanitarie, mantenendo invece sul territorio la parte clinica e decisionale.

La figura del direttore generale sparisce e viene sostituita dal direttore di area che, come spiegato da Bucci, potrà occuparsi al 100% della parte sanitaria, senza gestione legale, contrattuale o burocratica. Il presidente dichiara inoltre che “il direttore di area ha responsabilità giuridiche per tutti i lavoratori e può deliberare e prendere decisioni. Avrà, in aggiunta alle leve attuali, la possibilità di gestire il budget della spesa e quello degli introiti, amministrando il conto economico proprio come avverrebbe in una famiglia”.

Il presidente chiarisce poi che la centralizzazione non coincide con un accentramento geografico. “Quando parlo di centralizzazione non parlo di genovesizzazione”, sottolinea. “Ma di un posto in tutta la Liguria per ogni attività di back office. Un ufficio stipendi potrebbe essere a Imperia, quello che compra le medicine a La Spezia, ad esempio. Non si centralizza nei luoghi, ma nelle funzioni”.

Tra le novità annunciate, la gestione unificata delle risorse umane e l’obiettivo di uniformare gli stipendi del personale sanitario. “Un addetto ai lavori, nello stesso identico ruolo, in base alla provincia, ha uno stipendio diverso”, commenta Bucci. “Sono variazioni non possibili e uniformeremo gli stipendi per tutti. Non è facile, ma è un obiettivo primario”.

“La riforma che mettiamo in campo riguarda la governance. I cambiamenti operativi rispetto alla situazione attuale saranno invece decisi dal Piano sociosanitario, che farete voi. Lo sviluppo non avverrà dall’alto verso il basso, ma con un approccio bottom-up”, afferma.

A prendere parola è poi l’assessore Nicolò, che ricorda come il Covid abbia ribaltato, a suo dire, la visione della sanità come ospedale-centrica.

“Quello che prima sembrava un paradigma inamovibile oggi ci chiede di offrire servizi in maniera capillare sul territorio. Ci siamo resi conto che quello che prima sembrava un paradigma inamovibile, ossia che gli ospedali fossero il principale luogo di cura, a discapito delle case di comunità e delle periferie, dopo il Covid ci ha portati a una realtà che chiede di offrire servizi sul territorio. Abbiamo cinque agende sanitarie che erogano servizi in modo corretto. Se unifichiamo queste strutture, potremmo col tempo pensare di destinare queste risorse, nel back office, direttamente al front office. Se noi avessimo una triade garantita medico-infermiere-amministrativo, in una mattinata, invece di visitare dieci pazienti, il tempo che risparmio dalle incombenze burocratiche posso usarlo per visitare cinque pazienti in più”, conclude Nicolò.

La riforma è stata elaborata anche attraverso un confronto con altri modelli regionali, in particolare l’AUSL Toscana Centro.

La nuova legge ridefinisce il distretto sociosanitario come centro operativo dell’assistenza territoriale, integrando i Punti Unici di Accesso, i percorsi ospedale-territorio e la collaborazione con Comuni e Terzo Settore. I Comuni potranno anche delegare all’ATS Liguria la gestione delle prestazioni sociali a rilevanza sanitaria nelle case di comunità.

Sul fronte ospedaliero, l’IRCCS Azienda Ospedaliera Metropolitana integrerà San Martino, Villa Scassi, Galliera e, in prospettiva, il nuovo presidio di Erzelli. L’obiettivo è “un’unica regia ospedaliera” per ridurre le liste d’attesa, allineare i percorsi clinici e aumentare la produzione chirurgica con una pianificazione coordinata delle sale operatorie.

La governance sanitaria sarà affidata alla nuova ATS Liguria, con un direttore generale regionale, direttori di area locali e un board strategico di controllo.

La Conferenza dei Sindaci diventerà, infine, un organo stabile di partecipazione.

Bucci ribadisce che la riforma partirà il 1° gennaio e che i cambiamenti che riguarderanno invece la parte cosiddetta ‘front office’ partiranno dal basso, con l’obiettivo di portarla a totale compimento entro l’anno 2026.

I punti principali della riforma del Servizio Sanitario Regionale della Liguria

Visione generale

  • Riduzione delle liste d’attesa e rafforzamento della medicina territoriale.
  • Riorganizzazione della rete ospedaliera per garantire appropriatezza e sostenibilità.
  • Promozione di un sistema integrato sanitario, sociosanitario e sociale.
  • Potenziamento della telemedicina e della digitalizzazione dei servizi territoriali.
  • Empowerment del cittadino, rendendolo parte attiva del percorso di cura.

Nuovo modello di governance

  • Gli organi dell’ATS Liguria sono: Direttore Generale, Collegio Sindacale e Collegio di Direzione.
  • Il Direttore Generale, nominato dalla Giunta regionale, è affiancato dai Direttori Amministrativo, Sanitario e Sociosanitario.
  • Ogni Area Locale è guidata da un Direttore di Area, responsabile del governo operativo dei servizi territoriali e ospedalieri.
  • Il Direttore dell’Area di Operations Management coordina i servizi centralizzati: personale, logistica, acquisti, facility, ICT, rischio clinico, HTA, emergenza (118/116/117), telemedicina, laboratori e diagnostica.

Cambiamenti chiave

  • Superamento dei cinque centri decisionali aziendali a favore di un governo unitario regionale.
  • Istituzione dei Direttori di Area con responsabilità su risultati clinici, economici e di qualità.
  • Creazione di un Board Strategico Regionale per monitorare l’attuazione della riforma (composto da Presidente, Assessore, DG Area Salute, DG ATS Liguria, DG Liguria Digitale, DG Bilancio, DG AOM, Presidente CdA Galliera).
  • Conferenza dei Sindaci dell’ATS Liguria come organo stabile di partecipazione e verifica territoriale.
  • Modello organizzativo basato su:
    • Centralizzazione strategica: efficienza e uniformità.
    • Decentramento operativo: prossimità e personalizzazione dei servizi.

Distretto sociosanitario

  • Il distretto diventa il cuore operativo dell’assistenza territoriale, non più solo un’articolazione organizzativa.
  • Sede della programmazione integrata e della presa in carico.
  • Integrazione dei Punti Unici di Accesso (PUA) e dei percorsi ospedale-territorio.
  • Rafforzamento della collaborazione con Comuni e Terzo Settore.
  • Logica di prossimità e continuità assistenziale, in linea con il D.M. 77/2022.
  • I Comuni possono delegare all’ATS la gestione di servizi sociali a rilevanza sanitaria nelle Case di Comunità.

IRCCS e Area Metropolitana di Genova

  • L’Azienda Ospedaliera Metropolitana (AOM) integra San Martino (IRCCS), Villa Scassi e, in futuro, Galliera tramite convenzione e il nuovo presidio di Erzelli.
  • Un’unica regia ospedaliera per l’area metropolitana per integrare i percorsi clinici.
  • Superamento della frammentazione tra San Martino, Galliera e Villa Scassi, con allineamento di missioni e vocazioni.
  • Aumento della produzione chirurgica tramite pianificazione metropolitana delle sale operatorie.
  • Riduzione delle liste d’attesa con programmazione unica, prioritarizzazione omogenea e bilanciamento dei carichi tra presidi.
  • Ottimizzazione delle attività amministrative per liberare risorse a favore dell’attività clinica.