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Oggi, presso la sede di Valle Armea l’amministratore delegato di Rivieracqua, Fabio Trolese e il presidente Giuseppe Torno hanno tenuto il primo incontro pubblico del nuovo direttivo dell’azienda dall’insediamento del nuovo socio privato, Acea Molise, illustrando i risultati raggiunti finora e i progetti futuri.

Rivieracqua – Acea

Allo stato dell’arte Rivieracqua si presenta come un’azienda a partecipazione mista, con il 48% delle quote in mano all’ente privato e il 52% detenuto dai comuni della provincia, principalmente Imperia e Sanremo. Serve 45 comuni distribuiti tra due province (principalmente Imperia, con alcuni comuni di Savona) e gestisce una rete complessiva di 2.500 km, di cui circa 1.500 per l’acquedotto e 1.000 per la fognatura, offrendo servizi a quasi 160mila utenze.

“Da parte nostra”, introduce l’ad di Acea Trolese, “oltre a far funzionare una società industrialmente, dobbiamo creare condizioni perché ci sia tranquillità e prospettiva per affrontare sfide importanti, che non sono solo quelle che abbiamo davanti di far funzionare il servizio. Uno dei nostri asset sul quale ci stiamo concentrando è la parte acquedottistica e la sicurezza del servizio. Diamo per scontato che questo arrivi sempre a casa regolare. Non lo è, è bene ricordarlo. I cambiamenti dei sistemi idrici sono importanti. Questo lavoro, che facciamo, definirei, nelle retrovie, è uno dei temi principali. Dall’altro lato siamo nel 2025. Le attività di gestione devono essere supportate da una grande sostenibilità ambientale accompagnata dall’adozione di sistemi tecnologici adatti al contesto”.

Acque reflue e perdite idriche

Fra i temi elencati dai due amministratori vi è quello del recupero e riuso delle acque reflue.

“C’è una commistione importante della parte ad uso domestico con la parte ad uso irriguo, ed è un po’ un peccato a volte usare acqua potabile per uso irriguo”, sottolinea Trolese. “Ma qui così sono fatti i sistemi, per fortuna. Adesso, sfruttando un dovere ambientale, punteremo a cercare di recuperare al massimo l’acqua dei depuratori, non solo per restituirla pulita al mare, ma anche per recuperarla per uso irriguo e per il fabbisogno del territorio”.

Un altro tema di rilievo affrontato interessa le perdite idriche dell’impianto provinciale.

“In questo territorio si registrano perdite importanti”, prosegue l’ad, “non eccezionali in negativo, ma analoghe a situazioni già presenti sul resto del Paese. Qui, come da altre parti, bisogna intervenire per ottimizzare. Mediamente siamo intorno al 40%. Le reti più sono concentrate e più sono controllate. Le perdite ci sono perché le tubazioni sono piuttosto vecchie. Vanno un po’ alla volta cambiate. Nel caso di questo territorio c’è un tema impegnativo che è l’alto livello di pressioni. Di solito il gestore, per diminuire le perdite, come prima cosa diminuisce la pressione. Qui siamo anche intorno ai 10 bar, quando normalmente si viaggia sui 4,5. Questo ha un impatto significativo sulle perdite. Al momento non siamo comunque preoccupati dalla disponibilità o meno della risorsa”.

Bollette e Arera

Un ulteriore argomento affrontato riguarda la trasparenza delle bollette, la loro accessibilità e, infine, la gestione dei casi di reale difficoltà nel pagamento.

“Le forme di supporto a chi è in difficoltà nei pagamenti delle bollette ci sono, sono doverosamente stabilite dal bonus idrico”, risponde Trolese, “regolata a livello nazionale e che noi applichiamo. Per realizzare le cose che servono sul territorio, vanno naturalmente pagate. Chi non è in grado può usufruire di un sistema di accompagnamento di bonus e supporto che viene rigorosamente applicato. Su trasparenza e accessibilità ci stiamo concentrando molto. Oltre a impegnarci per evitare i problemi che ci sono stati, crediamo che il primo elemento sia la trasparenza. Non abbiamo interesse come gestore a creare difficoltà a chi paga le bollette. Non è che se facciamo bollette sbagliate e qualcuno paga di più, ci entrano più soldi a noi personalmente in tasca. Quello che dobbiamo incassare è quello che ci viene garantito dall’autorità di regolazione. Non c’è nessun incentivo per noi su questo profilo”.

Sono stati poi elencati alcuni dei numeri relativi al 2024, dove si sono registrati, fra gli altri, complessivamente 54 milioni di fatturato e 26,3 milioni di euro in investimenti, fornendo inoltre anticipazioni sulle previsioni per il 2025.

“L’entità che prefiguriamo per quanto riguarda gli investimenti è attorno a quella dello scorso anno, così come il fatturato”, spiega Acea. “Diciamo che la previsione è di un anno di posizionamento stabile. Come prima cosa dal nostro arrivo abbiamo cercato di pagare tutti i fornitori e portare la società in una situazione normale. Per il 2025 dobbiamo confermare i numeri. Prima dell’estate presenteremo il piano industriale dell’azienda”.

L’attenzione dell’incontro si sposta poi su Arera, l’autorità nazionale incaricata di stabilire le tariffe, dove Trolese spiega la dinamica che collega le tariffe alle problematiche strutturali.

“Le perdite ci sono ovunque perché le tubazioni e le infrastrutture sono vetuste. E le infrastrutture sono vetuste anche perché le entrate sono troppo basse”, risponde l’ad, mostrandosi fiducioso sul fatto che l’autorità approverà le nuove tariffe.

Il futuro dell’azienda Rivieracqua

I dirigenti hanno poi affrontato il tema dei possibili tagli al personale e dell’intenzione di collaborare con imprese locali per gli appalti.

“Siamo un privato, ma a grande partecipazione pubblica”, afferma Trolese. “Il nostro socio di maggioranza è il Comune di Roma. Siamo abituati a lavorare con i servizi pubblici locali. Qui c’è un partenariato misto e sappiamo che a noi è richiesta efficienza industriale, rigore, competenza e tecnologie, ma in un contesto dove c’è una forte sensibilità pubblica. Su indotto esterno e interno siamo particolarmente sensibili. Su tagli dei dipendenti non abbiamo nulla in programma. Nel piano d’ambito approvato è prevista una diminuzione della forza lavoro negli anni. Diciamo che siccome alla fine sappiamo che l’unica cosa che deve funzionare è il servizio, le persone dell’azienda servono a far sì che questo succeda. Non abbiamo ad ora nessun driver di diminuzione del costo del lavoro se non in un contesto globale di sostenibilità dei conti. Lavoreremo con le aziende del territorio principalmente. Nel mondo degli appalti pubblici non esiste il concetto di esclusività territoriale, ma il fatto che il lavoro che facciamo è di interesse delle imprese locali. Tendenzialmente quindi il tipo di attività è svolto da enti locali. Quello che faremo è dare ordine negli affidamenti. Le gare sono fatte in modo che diano accesso alle imprese locali”.

Torno ha poi ribadito la situazione debitoria dell’azienda, che prima dell’ingresso di Acea ammontava a circa 80 milioni di euro.

“Acea Molise ha portato oltre 30 milioni di capitale sociale e 20 milioni di finanziamento soci. A parte le normali dinamiche coi fornitori non abbiamo debiti. Tutto da questo punto di vista va secondo i piani. I debiti presenti attualmente sono rateizzati e quindi operativamente sotto controllo. Non si tratta più di una situazione critica”, conclude Torno.

L’incontro si è concluso con una panoramica sulle strategie future dell’azienda, che prevedono investimenti per circa 60 milioni di euro tra il 2025 e il 2029, oltre a collaborazioni con enti di ricerca e università per lo sviluppo di tecnologie innovative.

Nel video servizio a inizio articolo le interviste complete a Trolese e Torno.