Durante la Festa della Castagna di Montegrosso Pian Latte abbiamo avuto l’occasione di visitare lo stand del Gruppo Radioamatori della Valle Arroscia, che hanno aperto a noi, come alla cittadinanza, le porte di un mondo affascinante, ma per certi versi poco chiacchierato come quello delle radio, una tecnologia che, benché potrebbe a primo avviso apparire superata, rimane uno strumento fondamentale per le comunicazioni, soprattutto nei momenti di emergenza.
Rimane, nonostante le apparenze, una tecnologia molto utile e impiegata anche in contesti altamente avanzati. Un esempio è il sistema di trasmissione radio di immagini SSTV (Slow Scan Television), utilizzato dalla Stazione Spaziale Internazionale (ISS), che converte le onde radio in immagini a bassa risoluzione, visualizzandole riga per riga sullo schermo di un computer e trasmettendo immagini dallo spazio.
Anche gli astronauti Samantha Cristoforetti e Luca Parmitano sono, oltre che professionisti dello spazio, radioamatori.
Abbiamo parlato di questo e di molto altro con Enrico Caprile, radioamatore con nominativo ministeriale IZ1JIJ, che ci ha raccontato un pezzo del mondo delle comunicazioni radio, una passione nata quando era bambino.
“È nata con le prime radio CB, erano gli anni del boom della banda cittadina”, spiega Caprile. “Da lì è nata la passione per le telecomunicazioni e l’elettronica, che ho poi proseguito con studi e approfondimenti, fino a conoscere il mondo radioamatoriale. Insieme a un gruppo di amici abbiamo quindi deciso di affrontare l’esame ministeriale per ottenere la patente. Per esercitare bisogna essere in possesso di una licenza. Il nominativo ministeriale è obbligatorio, perché la pirateria radiofonica è reato penale secondo la giurisprudenza italiana”.
Diventare radioamatore, precisa Caprile, è un percorso tutto sommato accessibile: “Non è così complicato. Le sezioni associative organizzano corsi per preparare all’esame ministeriale e molti radioamatori sono disponibili a dare supporto tecnico ai nuovi appassionati”.
Oltre alla trasmissione radio, c’è anche un forte aspetto tecnico. “Spesso l’attività passa anche dalla costruzione o assemblaggio della propria stazione”. Durante l’evento, il radioamatore ci mostra alcuni esemplari d’epoca: “Abbiamo due generazioni di radio, dalle apparecchiature totalmente valvolari degli anni ’50 fino a quelle a transistor degli anni ’90. La tecnologia è molto cambiata, ma lo spirito del radioamatore è sempre lo stesso”.
Una parte, come anticipato, spesso sottovalutata ma oggi fondamentale nel mondo radioamatoriale è il suo potenziale servizio alla comunità. Un servizio che si rivela essenziale durante eventi come inondazioni, terremoti o catastrofi naturali, dove a differenza delle altre tecnologie, le onde radio rimangono agilmente captabili. Un caso significativo nella nostra zona risale all’alluvione dell’ottobre 2020, quando i radioamatori diedero un contributo decisivo alle operazioni di soccorso.
“Nel momento in cui consegniamo la patente abbiamo coscienza che in caso di calamità naturali possiamo essere precettati”, sottolinea Caprile. “In caso di emergenze come alluvioni o terremoti, quando le comunicazioni tradizionali vengono meno, noi garantiamo collegamenti radio di emergenza. È già successo anche nella nostra provincia e siamo intervenuti per mantenere operativi i contatti quando la rete telefonica e internet erano isolate”.
“In Prefettura“, continua, “esiste una sala radio gestita dai radioamatori, come in tutte le prefetture d’Italia. Una volta al mese, su ordine del Ministero dell’Interno e della Protezione Civile, tutte le stazioni radio prefettizie vengono attivate e collegate in rete nazionale per mantenere operative le comunicazioni”.
“Teniamo attivi ponti radio”, conclude il radioamatore Sergio Maglio (IZ1YFP), “per garantire comunicazioni tra valli e Prefettura”.
Le interviste complete ad Enrico Caprile e Sergio Maglio nel video a inizio articolo. Montaggio video a cura di Lorenzo Spadola.