Il progetto SIRENS – Sistemi Integrati per il Restauro dell’Ecosistema Naturale Sottomarino continua a crescere, portando avanti sia la ricerca sul campo sia un’importante opera di divulgazione tra i più giovani. A raccontare gli ultimi sviluppi è Chiara Servolini, responsabile della didattica della cooperativa Verdeacqua, realtà impegnata da oltre trent’anni nell’educazione ambientale.
Il progetto, che la nostra redazione segue fin dalle prime fasi (qui l’approfondimento “Costarainera comune pilota del progetto SIRENS, per il restauro degli habitat marini”), riunisce diversi partner: Shoreline (capofila), Ubica, Medlab, Nemo, Proteus e Verdeacqua. Un team multidisciplinare che lavora a un obiettivo ambizioso: favorire la ricrescita della Cystoseira, un’alga chiave per la biodiversità mediterranea, oggi in forte declino a causa dell’inquinamento e dei cambiamenti climatici.
“Vogliamo creare le basi e i substrati su cui questa alga può ricrescere e rigenerarsi”, spiega Servolini, ricordando come la Cystoseira rappresenti un vero e proprio habitat per numerosi organismi marini.
La zona scelta per la sperimentazione, nella provincia di Imperia, è Costarainera, un tratto costiero colpito dalla violenta mareggiata del 2018 che aveva compromesso pesantemente l’ecosistema locale. Qui il progetto utilizza tecniche innovative di monitoraggio.
“Utilizziamo un protocollo elaborato da Ubica e tecnologie come droni aerei e macchine fotografiche subacquee”, spiega Susanna Manuele di Informare ASD, sottolineando l’importanza del lavoro congiunto tra enti scientifici e realtà del territorio.
La soddisfazione del Comune di Costarainera
Tra gli enti coinvolti c’è anche il Comune di Costarainera, che guarda a SIRENS come a una vera opportunità di rinascita ambientale. La vicesindaca Cinzia Cozzucoli non nasconde l’entusiasmo: “Il progetto SIRENS è un’opportunità straordinaria per il Comune di Costarainera. È una vera ‘nature based solution’: ripristina l’habitat utilizzando tecnologie avanzate e segue una logica di economia circolare, trasformando la protezione della biodiversità in una risorsa riproducibile. Le nostre acque sono un patrimonio da tramandare. Aver presentato il progetto ai bambini, con esperti qualificati, è il valore aggiunto più grande”.
La vicesindaca ha insistito sull’importanza di educare le nuove generazioni: “È fondamentale che capiscano che gran parte dell’ossigeno che respirano arriva dal mare e che la mancanza di rispetto per l’ambiente può distruggere la posidonia, che impiega anni a crescere. Il lavoro fatto con i più piccoli è un seme prezioso, e siamo fermi di sostenere questo progetto”.
Educare i futuri cittadini
Una delle novità di questa fase è proprio l’ingresso del progetto nelle scuole primarie. Un investimento culturale che, secondo Servolini, avrà effetti duraturi nel tempo.
“Quando un cittadino viene sensibilizzato e conosce, allora si affeziona”, afferma la divulgatrice, sottolineando la forza dell’aspetto emotivo nella tutela del proprio territorio.
Durante gli incontri, i bambini scoprono tutte le fasi del progetto e, in futuro, potranno partecipare anche al monitoraggio dei substrati posati in mare. “Magari potremo anche intervistarli più avanti per raccogliere le loro osservazioni e le loro considerazioni”, aggiunge Servolini.
Pur avendo una durata di soli dodici mesi, SIRENS ha già gettato fondamenta solide per essere replicato in altre zone costiere. La speranza del team è che il lavoro non si interrompa, ma che si estenda ad altre comunità e coinvolga sempre più giovani custodi del mare.
Le interviste complete a Chiara Servolini e Susanna Manuele nel video servizio a inizio articolo.







