Ă stato accertato dal laboratorio regionale di igiene presso il policlinico San Martino di Genova il primo caso di vaiolo delle scimmie registrato in Liguria. La persona che lo ha contratto Ăš un 36enne di Albisola Superiore. Si Ăš presentato al Pronto Soccorso dellâOspedale San Paolo di Savona a seguito della comparsa di lesioni e una sintomatologia che poteva essere ricondotta a questo virus. Le sue condizioni non destano preoccupazioni: ha qualche linea di febbre e presenta vescicole a mani e piedi ed Ăš stato posto in isolamento presso il suo domicilio. Provvedimento che avrĂ la durata di tre settimane e comunque fino alla risoluzione della sintomatologia. Si stanno effettuando le indagini epidemiologiche per la ricerca dei contatti stretti.
âAppena il caso Ăš stato segnalato – ha affermato Giovanni Toti presidente e assessore alla sanitĂ di Regione Liguria – sono state attivate le procedure e avviato il protocollo operativo che consente di effettuare diagnosi tempestive. Il laboratorio regionale, che ha sostanzialmente le stesse caratteristiche della struttura nazionale dello Spallanzani di Roma, ha effettuato tempestivamente il test che Ăš poi risultato positivoâ.
âLa Liguria â ha spiegato Filippo Ansaldi â direttore generale di Alisa – sta dimostrando di saper mettere in campo una sorveglianza attenta ed efficace che il primo punto identificato dallâOMS per garantire la prevenzione e il controllo dellâinfezione. Dobbiamo ricordare che ci troviamo di fronte ad una malattia a trasmissione diretta e che, in particolare alle nostre latitudini, si diffonde tra esseri umani, attraverso contatti stretti. Si tratta inoltre di una malattia molto diversa rispetto al Covid, con i cluster che tendono ad autoeliminarsiâ.
âIl sistema sanitario â ha aggiunto Matteo Bassetti coordinatore del DIAR di Malattie Infettive – Ăš ampiamente organizzato per la gestione anche dei casi di vaiolo delle scimmie. Si tratta di una malattia senza sintomi importanti , che generalmente si auto limita, ma che necessita di sorveglianza. Si tratta ormai di una infezione endemica che conta 6.177 casi nel mondo e 193 in Italia (Italia al nono posto per casi) con la quale dovremmo imparare a confrontarci senza allarmismi e inutili paureâ.








