Proseguono le lezioni dedicate a ‘u nosciu dialettu’, appuntamento fisso per chi desidera riscoprire le radici linguistiche e culturali del Ponente ligure. A guidare il viaggio tra proverbi e parole della tradizione è Giannetto Novaro, castellotto doc e vera memoria vivente di un mondo che sembra lontano, ma che continua a rivivere nei suoni, nelle immagini e nella saggezza di una lingua capace di raccontare la vita nei campi, i ritmi della natura e la quotidianità dei nostri avi.
Il protagonista di oggi è: ‘Predica Bèrtu, che ti prédichi au desèrtu’, ovvero ‘Predica, Berto, che predichi al deserto‘. Un detto che sottolinea l’inutilità di voler convincere chi non ha intenzione di ascoltare.
‘Predica Bèrtu, che ti prédichi au desèrtu‘ – La spiegazione di Giannetto Novaro
“Molto probabilmente Berto è da ritenersi uno dei 12 apostoli, San Bartolomeo, che si spinse a predicare il Vangelo in terre lontane: Arabia, Etiopia, Armenia. I nostri avi, conoscendo la difficoltà di raggiungere quei paesi, spesso ostili e costellati di deserti, giudicavano vana la fatica del Santo. Da qui l’espressione, ancora oggi usata per indicare l’inutilità di voler convincere chi non si lascia convincere, o di parlare a chi non ci ascolta: i consigli finiscono sprecati, come parole nel deserto“.
Con alle spalle una lunga esperienza come presidente della Communitas Diani, Giannetto Novaro continua a essere un punto di riferimento per la memoria e le tradizioni del Castrum Diani, mantenendo viva una lingua che non è soltanto patrimonio linguistico, ma identità condivisa.
Nel video-servizio a inizio articolo la spiegazione di Giannetto Novaro.