Riceviamo e pubblichiamo di seguito la nota stampa dei consiglieri comunali PD a Imperia, Deborah Bellotti ed Edoardo Verda.
“In occasione della discussione in consiglio comunale sugli indirizzi operativi per il porto turistico di Imperia, ribadiamo una posizione che abbiamo espresso con coerenza negli ultimi mesi, dentro e fuori dall’aula: il vero tema riguarda la solidità economica del progetto e il controllo pubblico sulle scelte strategiche.
La delibera approvata nel consiglio comunale del 29 dicembre non è un atto di semplice aggiornamento. Pur presentandosi come indirizzo, incide in modo sostanziale sui presupposti economici e di governance su cui il consiglio si era già espresso.
Il Piano economico finanziario del 2024, infatti, era costruito su un equilibrio preciso, fondato anche sulla valorizzazione dei posti barca attraverso forme di vendita o assegnazione pluriennale.
Oggi, negli stessi atti, si prende atto che quel modello non è più praticabile, perché il mercato si è spostato verso la locazione.
Questo cambiamento è determinante: se cambiano i presupposti dei ricavi, cambia l’equilibrio complessivo del progetto.
A ciò si aggiunge l’introduzione di nuove opere pubbliche, importanti sul piano urbano, ma finanziate attraverso una maggiore valorizzazione di una quota di posti barca a prezzo pieno.
Un meccanismo che può reggere solo in presenza di incassi immediati, mentre oggi viene riconosciuto che i posti barca non si vendono, ma si affittano, con ricavi diluiti nel tempo.
Da qui nasce una domanda che non ha ancora trovato una risposta chiara: chi anticipa le risorse se il mercato risponde con l’affitto e non con la vendita, e con quali garanzie per il pubblico?
A questo si collega un secondo tema: la concessione demaniale è stata rilasciata sulla base di un piano di investimenti da circa 150 milioni di euro. Tuttavia, una parte significativa di queste opere risulta economicamente complessa, se non svantaggiosa. Il rischio è quindi che non si trovi chi voglia realizzare una quota importante del Piano economico finanziario.
Ma se gli investimenti venissero ridotti in modo sostanziale, verrebbe meno il presupposto stesso della concessione per un periodo di 65 anni, con la necessità di rivederne la durata o il perimetro.
Questo andrebbe, fatalmente, a danno di chi ha creduto nel progetto del porto di Imperia, acquistando posti barca o alloggi e confidando in un orizzonte stabile e di lungo periodo.
Il Piano economico finanziario, anche se non formalmente obbligatorio per approvare la delibera votata in Consiglio comunale, presuppone un nuovo equilibrio economico che il consiglio non ha ancora potuto valutare.
Il rischio è dunque che le scelte strategiche vengano prese oggi, mentre la sostenibilità venga definita domani, a livello gestionale.
Il porto di Imperia è una risorsa fondamentale per la città e non può diventare una somma di operazioni affidate a terzi senza un governo pubblico forte, trasparente e responsabile.
L’equilibrio economico va chiarito, il controllo pubblico esplicitato e il consiglio va pienamente coinvolto nelle decisioni che segneranno il futuro del porto per i prossimi decenni”.








