A Sanremo fa discutere l’installazione della “Campana dei bambini non nati”, voluta dal vescovo della Diocesi di Ventimiglia-Sanremo, Antonio Suetta. L’iniziativa, che ogni giorno alle 20 ricorda i bambini non nati a causa dell’aborto, ha suscitato le critiche di esponenti del Partito Democratico e di Generazione Sanremo.
Il PD di Sanremo definisce l’iniziativa “conservatrice e retrograda” e sottolinea il principio di laicità delle istituzioni italiane. “Le istituzioni italiane sono, per definizione costituzionale, laiche e non confessionali, principio che non può essere messo in discussione dalle iniziative ed esternazioni del vescovo Antonio Suetta”, commenta il segretario cittadino Gianni Salesi. “Le campane del Vescovo non suonano per ogni bambino che muore ogni giorno in mare al largo della Sicilia, né per le vittime di tragedie come Cutro, dove i bambini morti sono stati 95, ma finiscono per trasmettere un messaggio che colpevolizza l’autodeterminazione delle donne anche nelle scelte più dolorose, delegittimando decenni di conquiste democratiche. La morale cattolica, che pare essere il fine dell’iniziativa del vescovo, non può tradursi in messaggi che rischiano di assumere un carattere divisivo o colpevolizzante, in particolare nei confronti delle donne e di scelte personali spesso complesse e difficili”.
Anche la Conferenza delle Donne Democratiche ha preso posizione. La portavoce Silvana Zingarelli osserva: “Dietro un gesto presentato come simbolico si cela una narrazione che colpevolizza le donne e mette in discussione un diritto sancito dalla legge dello Stato: quello all’autodeterminazione e alla tutela della salute. La maternità non può essere imposta né giudicata da un’autorità religiosa, né trasformata in uno strumento di pressione morale nello spazio pubblico”.
“Richiamare il valore della vita richiede coerenza”, sottolinea Zingarelli. “La tutela dei bambini passa innanzitutto dalla protezione di quelli già nati, vivi, troppo spesso vittime di abusi e violenze. Gli appelli ripetuti dei Pontefici contro gli abusi nella chiesa ricordano una responsabilità morale precisa: difendere i minori senza ambiguità e senza silenzi. Difendere la vita non significa limitare i diritti delle donne. Significa promuovere giustizia sociale, rispetto, prevenzione della violenza e uno Stato autenticamente laico, in cui le scelte personali non siano oggetto di stigma o strumentalizzazione. Come donne democratiche continueremo a difendere i diritti, la dignità e la libertà di tutte, quindi questa campana suonerà per noi per ricordarci di non abbassare mai la guardia”.
Anche Generazione Sanremo è intervenuta sull’argomento: “L’iniziativa, nata per ricordare i bambini non nati a causa dell’aborto, è quanto meno incauta e potenzialmente colpevolizzante nei confronti delle donne. L’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza è un percorso serio e doloroso, che interroga intimamente la persona e può lasciare segni profondi. Da parte nostra non vi è alcuna negazione della fede né del diritto all’espressione religiosa; ribadiamo però la necessità del rispetto di tutte le coscienze in una società pluralista. Le scelte personali legate alla maternità e all’interruzione di gravidanza restano esperienze profondamente intime, spesso segnate da sofferenza, che non possono essere semplificate né esposte a forme di colpevolizzazione simbolica. Infine, ricordiamo che la legge 194 rappresenta un diritto che va difeso. L’autodeterminazione delle donne non può e non deve diventare terreno di polemica politica”.








