Nati a Vernante, in perenne tour tra Piemonte e Liguria, i Ciansunier sono oramai il simbolo musicale delle sagre dell’entroterra. Ovunque e anche in loro assenza partono i cori di “Poesia” o “Le 11 ore”, alcuni dei canti della tradizione che da 25 anni questo gruppo di musicisti ha riportato in voga, con una nuova veste che ha saputo conquistare i giovani. Sabato Loris Cavallera, Paolo Marchesi, Danilo Dalmasso Pelé, Bruno Roggero, Roberto Tentori e Davide Barberis si sono esibiti a Verdeggia, frazione di Triora, facendo il pienone di giovani.
“Abbiamo ripreso vecchie canzoni dandogli un nuovo vestito – spiega Loris – ma ancora ci sorprendiamo dell’enorme successo tra i giovani”. Quest’anno i Ciansunier sono addirittura volati in Brasile al “Festival della Gastronomia Italiana”, richiesti proprio per portare i canti di un tempo ai discendenti degli italiani emigrati oramai da più di quattro generazioni.
Ed il pienone ad ogni loro esibizione è il giusto riconoscimento alla missione di “salvare” quei vecchi brani che una volta riecheggiavano quotidianamente nelle vallate, canti che si intonavano in osteria e nei campi tra Liguria e Piemonte, un patrimonio che fa parte del nostro Dna e che, grazie ad una matta idea che è partita da un ricovero ed è volata fin dall’altra parte del mondo, ci ricorda chi siamo e che, con una piccola veste moderna a rinfrescare il passato, questo può continuare a far parte del nostro futuro.
Nel video servizio a inizio articolo l’intervista completa a Loris Cavallera e alcune immagini dei loro spettacoli.