“L’operazione, che ha portato il socio privato Acea Molise in Rivieracqua con il 48.5% delle quote, era stata presentata come mantenimento del ruolo pubblico. Ma l’esame dei patti parasociali, su segnalazione dei tecnici di diversi Comuni, sta portando una sgradita ‘sorpresa’”, esordisce il Partito Democratico di Imperia.
“Il socio privato non solo può scegliere l’amministratore delegato – e con ampi poteri – ma, secondo l’esperto individuato proprio da Rivieracqua, per la società ‘non sono applicabili le disposizioni dedicate alle società in pieno controllo pubblico’”, sottolinea il PD. “Un primo effetto potrebbe essere il via libera alla richiesta del management di Acea Molise di vedersi pagati gli stipendi come se si trattasse di un soggetto privato”.
“‘Acqua pubblica’ rischia insomma di rimanere uno slogan vuoto, con effetti incontrollabili sulle tariffe e, soprattutto, sull’effettivo controllo pubblico”, prosegue. “Un disastro già ripetutamente annunciato dal PD ai vari livelli. Oltre a rimanere in sospeso la delicata questione delle bollette pazze ci ritroviamo con gli allarmi, espressi in più sedi, sulla mancanza di un vero controllo da parte del pubblico e sulle maggiori spese che saranno sostenute dai cittadini a fronte di ampi profitti del privato. Una beffa che il PD farà tutto quanto in suo potere per evitare”.