festival di sanremo

“Nulla è impossibile per colui che osa”. Questa massima attribuita ad Alessandro Magno, come un fulmine ieri sera è tornata in mente appena arrivata la notizia che, dopo mesi di incontri, verità, analisi, chiacchiere, viaggi, annunci, minacce (?) di irreale divorzio dopo 75 anni di successi incredibili, sia di audience e milioni, finalmente tra Sanremo e la Rai è stato trovato l’accordo sul 76° ed altri 2, e probabilmente altri, in totale 5, prossimi Festival della canzone italiana. Il miracolo è arrivato dopo un un inedito, ma necessario conclave ad altissimo livello tra le due parti interessate, durato due giorni. A Palazzo Bellevue, nel salone della giunta, tra sindaco, pubblici amministratori, funzionari del Comune e manager, legali, esperti, alti dirigenti di Mamma Rai. Tutti, altro miracolo, incredibilmente con la bocca sempre cucita, mai nessuna dichiarazione.

“Nulla è impossibile per colui che osa”. In questo caso “coloro che osano”, al plurale, a partire dal sindaco di Sanremo, Alessandro Mager, dall’assessore al Turismo, manifestazioni, sport, Alessandro Sindoni, entrambi validi avvocati, entrambi del noto studio legale “Solerio-Mager-Sindoni”. Il coraggio di osare non appartiene a tutti, soprattutto quando si ha avversari corazzati del calibro della Rai che, non è un mistero, non cadiamo dalle nuvole, rappresenta, è spalleggiata da anni dai governi di turno. Oggi al timone c’è Giorgia Meloni, presidente del Consiglio dei Ministri, leader indiscussa di FdI e del centro destra, spesso litigioso, ma che alla fine riesce sempre a rimanere unito. Il potere, per mille motivi, strega. Osare, anche quando si ha ragione, non è da tutti. Alessandro Magno lo era e lo ha dimostrato. Mager e Sindoni, sfidando la Rai, non credendo alle favole di un suo possibile divorzio dopo tanti successi e benessere lo stanno dimostrando. Si dice che lo scorso Festival Viale Mazzini abbia messo in cassaforte più di 20 milioni netti di euro, dopo aver pagato tutte le spese di un’ottima organizzazione. Nessuno avrebbe visto i conti, nessuno li avrebbe smentiti, forse non sarebbe male, per evitare dubbi e far tacere le male lingue che la Rai cominciasse a dare il buono esempio: pubblicare spese e ricavi, pubblicità, l’esclusiva sia in Italia, Europa, mondo intero. Insomma accendere fari, se ci sono ombre. L’intero business Festival 2025 di Viale Mazzini e del turismo sanremese si aggirerebbe addirittura sui 250 milioni.

Dato a Cesare quel che è di Cesare visto che l’eroico figlio di Filippo II, diciottesimo re di Macedonia, eroicamente chiamato Magno, forse il suo nome Alessandro è un portafortuna, bene, sprigiona energia, coraggio ed oltre a Sant’Elpidio e al patrono di Sanremo, San Romolo, menzionati in articoli precedenti, Mager e Sindoni, che si chiamano per l’appunto Alessandro potrebbero, oltre la loro indiscussa e nota capacità forense, essere fortunati a portare lo stesso nome dell’allievo di Aristotele.

Stamane al sindaco Mager e all’assessore Sindoni, come direttore sia dello storico ed ultracentenario giornale di Sanremo, L’Eco della Riviera e di Riviera Time, nuova ed ambiziosa iniziativa editoriale che punta su proposte all’avanguardia per fare informazione reale e su uno staff di giovani cronisti unito a veterani del giornalismo, ho chiesto un’intervista per avere ed informare meglio residenti e lettori. Il sindaco in sintesi ci ha risposto subito cortesemente quanto immaginavamo: “…ringrazio, ma al momento non posso rilasciare interviste perché la procedura amministrativa non è ancora conclusa. Molto volentieri appena sarà possibile. A presto, Alessandro”. In attesa, senza la pretesa di scoprire l’acqua calda, un consiglio. Se ricevuto già da mille altri o non ce n’era bisogno, come dicevano i latini, repetita iuvant: ottenuti da Mamma (?) Rai i 6,5 milioni l’anno richiesti invece dei 5 e spiccioli degli anni precedenti, più l’1% della pubblicità, più la ripresa e trasmissione di un’altra manifestazione estiva non riconoscere e cedere a Viale Mazzini il “format” a nessun prezzo. Sarebbe un autogol mostruoso oltre che equivoco. Il Festival, dopo le sentenze, è sempre più e solo di Sanremo, del suo Comune, dei sanremesi, della Liguria. Punto. Ragionando, ma scrivendo tutto con semplicità e tanta chiarezza, secondo legge, al limite riconoscerle il “format” gratuitamente, ma solo ed esclusivamente per i Festival che la Rai, contrattualmente in esclusiva, continuerà a fare nella città dei fiori. dopo anni al Casinò municipale, dopo all’Ariston o, tra 5 anni, se indispensabile, in una nuova, più ampia, mega struttura matutiana.

Per tornare ad Alessandro Magno ecco l’ultimo suo desiderio: prima di morire “voglio le mie mani al vento perché la gente veda che veniamo in questo mondo a mani vuote e a mani vuote andiamo via”.