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Dopo l’euforia del 2024, che aveva regalato una delle migliori raccolte degli ultimi vent’anni, per l’olivicoltura ligure il 2025 è un’annata di scarica. Le prime stime parlano chiaro: la produzione di olio extravergine taggiasco non supererà il 30% rispetto all’anno scorso. Un calo netto, causato da un mix di fattori climatici e fitosanitari che hanno messo a dura prova gli oliveti della Riviera. Ma chi ha saputo guardare avanti, oggi è pronto. Per fare il punto della situazione e capire come sarà l’olio nuovo abbiamo intervistato Franco Boeri, titolare dell’azienda Olio Roi di Badalucco.

Annata 2025 – Le parole di Franco Boeri

“Un’annata di scarica, come capita spesso con le olive. L’anno scorso è stata un’annata eccezionale, quindi sapevamo che questa sarebbe stata di scarica. Ma oltre a questo è un’annata anche un pò scarsa perchè durante la fioritura, a fine maggio, abbiamo avuto dieci giorni di caldo estremo, proprio quando servirebbe un clima mite e ventilato. I fiori si sono bruciati e non c’è stata la giusta legatura: pochi fiori si sono trasformati in olive“, ha spiegato ai nostri microfoni Franco Boeri di Olio Roi.

A peggiorare la situazione è arrivata l’estate calda e umida, terreno ideale per la mosca olearia, nemico ormai cronico degli olivicoltori. “Poche olive e tante mosche. L’attacco dei parassiti è stato fortissimo – ha proseguito – e salvare le olive è stata una vera impresa. Sommando tutto, il risultato è una produzione molto scarsa, annata difficile per l’olivicoltura ligure“.

Nelle difficoltà a vincere è un gioco di esperienza, passione e tradizione. “L’anno scorso abbiamo fatto il pieno. Quest’anno a essere ottimisti potremmo fare il 30% di quello che abbiamo fatto. Considerando che il 2024 è stata un’annata straordinaria anche dal punto di vista qualitativo, abbiamo riempito i depositi sia di olio sia di olive in salamoia, che si conservano bene per oltre due anni. Chi ha avuto la possibilità economica e la lungimiranza di farlo ha messo prodotto da parte per affrontare un’annata come questa”, ci ha spiegato.

Intanto, nel cuore della Valle Argentina, al Frantoio Roi di Badalucco i macchinari sono tornati a girare. “Abbiamo riaperto il 1° ottobre e dal giorno successivo lavoriamo per i clienti. Per ora solo al mattino, dal lunedì al sabato, perché di olive ce ne sono poche e preferiamo concentrare i conferimenti”, ha concluso.

Frantoio Roi

Le radici del frantoio risalgono ai primi anni del Novecento, quando Giuseppe Boeri, conosciuto da tutti come Pepin u Roi, costruì il primo impianto con pietre e legname locali. Da allora, quattro generazioni si sono succedute mantenendo viva una tradizione che unisce artigianalità e innovazione. Oggi, grazie all’impegno di Franco e Paolo Boeri, il marchio Roi – che richiama la ruota del frantoio – è sinonimo di eccellenza nel mondo dell’olio taggiasco, riconosciuto anche oltre i confini italiani.

Chiunque desideri frangere le proprie olive o venderle al Frantoio Roi, può prenotare un appuntamento chiamando allo 0184 408004.

Nel video-servizio a inizio articolo l’intervista integrale a Franco Boeri Roi.