I sindaci di Imperia e Sanremo escono da queste elezioni regionali un poâ ammaccati e, soprattutto nel capoluogo, ci si possono aspettare fuochi dâartificio in giunta.
Il buon Biancheri ha dichiarato di votare per un esponente del Pd, Andrea Gorlero, che proprio nella cittĂ dei fiori ha ottenuto un risultato non esaltante.
Scajola ha fatto di peggio. Si Ăš impuntato con la candidatura di Luigi Sappa e ha racimolato una percentuale di voti soddisfacente per la sua cittĂ – seppur inferiore a quella del nipote Marco – ma pressochĂ© inesistente fuori dai confini della torre di Prarola e di capo Berta, Aurigo escluso.
Facendo impegnare tutta lâamministrazione comunale in questa campagna elettorale ha costretto esponenti di orientamento differente a votare per Forza Italia, antico amore, ma un poâ in disarmo. Ă poi saltato nuovamente, anche se dietro la maschera Polis, dal civismo sbandierato nella campagna comunale del 2018 al partito di Silvio Berlusconi.
Allâex ministro va perĂČ riconosciuto lâonore delle armi. Pur sconfitto ha reagito puntando sui valori del moderatismo, incamerati in corsa da altri, e ha definito la mancata nomina dellâamico Ginetto: “âŠun peccato per tutto il territorio”.
Per il collega sanremese Biancheri Ăš invece stato piĂč semplice lodare la nuova spinta di civismo inscenata da Toti per queste elezioni regionali, sorvolando sulla debacle del suo candidato surclassato dal ventimigliese Ioculano.
In generale a noi osservatori questi comportamenti restano poco comprensibili, se non spiegati con logiche che nulla hanno a che vedere con le elezioni regionali stesse.