Il borgo di Boscomare, parte del comune di Pietrabruna, è fra tutti i centri abitati della provincia, certamente fra i più attenti alla situazione che, da ormai un anno, riguarda progetto del parco eolico “Imperia – Monti Moro e Guardiabella”.
L’enorme parco che la 18PIÙ Energia S.r.l. ha messo fra i punti cardine del suo piano aziendale prevede 32 aerogeneratori fino a 209 metri di altezza e con una potenza complessiva di 198,4 MW che verrebbero realizzati, fra gli impianti stessi e una serie di strutture accessorie (sottostazioni, strade di accesso, ecc.) nei territori dei Aurigo, Borgomaro, Castellaro, Cipressa, Dolcedo, Pietrabruna, Pieve di Teco, Prelà, Rezzo, San Lorenzo al Mare e Costarainera.
Sarebbero circa mille i terreni destinati all’esproprio per la realizzazione del parco eolico. Altri duecento, invece, ricadrebbero nei comuni di San Lorenzo al Mare, Cipressa e Costarainera e sarebbero interessati dalla costruzione della strada di passaggio necessaria al trasporto delle pale e delle turbine verso i siti individuati nell’entroterra.
Per quanto riguarda gli oneri previsti per l’acquisizione dei terreni, questi comprenderebbero le voci di esproprio, occupazione temporanea, servitù di sorvolo dell’area e servitù di cavidotto, oltre ad altri oneri accessori, per un totale stimato di circa 1,5 milioni di euro, secondo la relazione tecnica della società, datata maggio 2025 e trasmessa al MASE.
L’ombra che si staglia su Boscomare è, in questo caso, in senso letterale, in quanto la distanza fra alcuni di questi immensi pali – per avere un paragone di circa 50-60 metri più alti della Mole Antonelliana di Torino e 90-100 metri in meno della Torre Eiffel – e le case del centro abitato è minima.
“Ci verrebbero dal nulla circa 14 pale eoliche sulla testa”, dice Valter Fossati, presidente del comitato ‘Tuteliamo Boscomare e la sua valle‘, “delle quali alcune sarebbero molto impattanti sull’abitato, a meno di 400 metri, quando le normative vigenti dicono che la distanza deve essere 6 volte l’altezza della pala eolica. La vicinanza comporta anche un forte impatto dal punto di vista acustico. 4-5 di queste sono inoltre poste su un terreno giudicato non idoneo dalla Regione Liguria“.
“Tengo a precisare che noi non siamo a priori contro questo tipo di progetto, tutt’altro”, specifica Fossati. “A nome del comitato siamo favorevolissimi ad ogni forma di energia rinnovabile e pulita. Siamo contro un progetto che è stato proposto senza attenzione per il territorio. Noi non guardiamo al lato estetico di questo progetto, ma al suo potenziale impatto sulla salute del paese e di chi lo vive”.
Proprio le distanze, fra le pale e le case, sono al centro di una serie di perizie e rilevazioni che il comitato ha potuto fornire grazie alla collaborazione dell’architetto Maddalena Cerruti, dell’ingegnere Alessandro Barla, della dottoressa Maria Caterina Giordano e i colleghi dell’Università degli studi di Genova, che a titolo gratuito hanno prestato la loro professione alla stesura di una serie di osservazioni e relazioni che sono sul tavolo del Ministero dell’Ambiente, che ha il compito di valutare il progetto, sul quale la Regione Liguria ha espresso parere tecnico negativo a causa di preoccupazioni legate all’impatto paesaggistico e ambientale, nonostante fosse stato approvato dalla commissione tecnica del ministero stesso.
La documentazione fornita dal comitato presenta le osservazioni del suddetto architetto, una relazione energetica a cura dei tecnici di UniGe e dei rilievi alla valutazione previsionale di clima acustico.
“Dai rilevamenti fatti dall’Università di Genova mancherebbero le condizioni per fare funzionare questo impianto. Un dato eclatante è che andando a guardare le condizioni del vento sul progetto si nota che queste non sono mai state specificate”, spiega Fossati.
Sommandosi alle valutazioni negative già espresse dalla Regione, e considerando che il progetto ricade in un’area classificata come zona rossa (portale regionale per l’idoneità alla realizzazione di impianti eolici), emerge un quadro complessivo ricco di criticità. Una situazione che desta forti preoccupazioni tra i residenti, anche perché l’azienda non sembra intenzionata a interrompere il proprio percorso.
Le preoccupazioni riguardano anche i rischi di potenziale dissesto idrogeologico che potrebbero causare le pale ed il cantiere durante la loro realizzazione. Preoccupazioni condivise anche dal Comune di Pietrabruna, che nelle proprie rilevazioni ha denunciato, oltre alla distanza degli impianti eolici dal centro abitato e l’impatto paesaggistico del territorio comunale, anche il fatto che dai documenti progettuali le acque meteoriche raccolte dai basamenti delle torri verrebbero convogliate in alvei naturali di dimensioni ridotte, con la concreta possibilità di innescare criticità idrogeologiche in un’area già fragile dal punto di vista ambientale.
“Non siamo contrari alle energie rinnovabili”, sottolinea il sindaco Massimo Rosso, “ma riteniamo che questo progetto sia
fortemente impattante per il nostro bellissimo territorio. Crediamo che la strada da seguire per un futuro sostenibile non sia questa, bensì quella di una vera transizione energetica, legata all’autoproduzione e all’autoconsumo”.
L’orizzonte descritto in questo senso dall’amministrazione comunale sarebbe la realizzazione di Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), attraverso l’installazione di pannelli fotovoltaici su edifici pubblici e pensiline e lo sviluppo di impianti agrivoltaici integrati nelle serre e nei magazzini agricoli.
Nel video servizio a inizio articolo le dichiarazioni integrali del referente del comitato Valter Fossati.