A seguito dellâordinanza firmata dal Ministro della Salute Roberto Speranza per la Liguria scatta di nuovo il colore arancione. Come dal testo ufficiale della normativa lâentrata in vigore passa dal giorno successivo alla Gazzetta Ufficiale e significherebbe la chiusura di locali e ristoranti di domenica, nello specifico nella ricorrenza di San Valentino, che aveva registrato il pieno delle prenotazioni (al momento non si profilano possibilitĂ di ordinanze che ne proroghino l’entrata in vigore).
âChiuse nella zona arancione le consumazioni sul posto – dice il Vice Presidente di Regione Liguria Alessandro Piana – con conseguenti saracinesche abbassate per ristoranti e agriturismi. Una decisione in queste ore di cambiamento ancor piĂč difficile da digerire o, anche solo lontanamente, da comprendere, sia da parte dei singoli operatori sia dal versante delle associazioni di categoria subissate di lamentele e di richieste. Sul lato pratico un provvedimento di tal fatta arreca un altro drammatico colpo alla grandissima precarietĂ su cui si reggono le nostre piccole e medie aziende. Tutti esercizi che si sono giĂ approvvigionati per la giornata clou, spesso con proposte a tema, piĂč ricche del solito. Una decisione cosĂŹ repentina senza dare apparenti concreti benefici sul piano della salute pubblica e del timing non Ăš accettabile. Si poteva mantenere l’apertura a pranzo con gli appositi accorgimenti di sicurezzaâ.
Le scorte andranno sprecate per lâennesima volta, cosĂŹ come tutta la catena di produzione necessaria e a farne le spese saranno sia gli imprenditori sia i lavoratori, in un periodo decisamente delicato.
âAlla grave situazione economica – aggiunge Piana – al danno degli ultimi mesi si aggiunge in tal modo unâulteriore beffa dal peso insostenibile e di cui non si capisce lâestrema ratio, una doccia gelata per chi sperava di iniziare a vedere la ripresa delle proprie attivitĂ . Solo chi ha lavorato nel campo puĂČ comprendere quanto lavoro ci sia dietro anche ad un solo copertoâ.








