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In questa giornata di Ferragosto proseguono le ‘Lezioni du nosciu dialettu’ con Giannetto Novaro alla (ri)scoperta delle radici linguistiche e culturali del Ponente ligure. Giannetto, castellotto doc, è autentica memoria storica di un mondo contadino e marinaro che rivive nei proverbi, nei suoni e nei racconti tramandati di generazione in generazione.

‘Dunde u va’ a bôrca u và Baciccia’’

Questa settimana il detto protagonista è ‘Dunde u va’ a bôrca u và Baciccia‘ (Dove va la barca va Baciccia). Un’espressione che descrive due persone inseparabili: dove c’è l’uno, c’è anche l’altro.

Le parole di Giannetto Novaro

“Prima di tutto – ha spiegato Novaro – chi è Baciccia? È un alterato del nome Giovanni Battista, diffusissimo un tempo in Liguria. Molte città, da Genova a Cervo passando per Imperia, hanno San Giovanni Battista come patrono. Per chiamare le persone, anticamente, si tendeva ad alterare il nome: così Giovanni Battista diventava Baciccia. Pensiamo al ‘Baccicin‘ della famosa canzone folk ligure ‘O baccicin vattene a ca‘, anch’esso derivato da qui”.

Nella tradizione, Baciccia è un povero pescatore che possiede soltanto una piccola barca. Durante le giornate libere, soprattutto con l’arrivo dell’inverno, quando il mare diventava pericoloso e insidioso, tirava in secca l’imbarcazione per effettuare le riparazioni necessarie. Passava ore e ore accanto a lei: era la sua sopravvivenza, la trattava come fosse una persona. Da questa dedizione nasce il proverbio, a testimoniare un legame indissolubile.

“Questa massima – ha dichiarato Novaro – si può applicare anche alle persone: un bambino sempre attaccato alla gonna della mamma, due coniugi molto affiatati, due amici inseparabili. L’affetto che li lega è lo stesso che univa Baciccia alla sua barca“.

Nel video-servizio a inizio articolo la spiegazione di Giannetto Novaro.