papa leone XIV

Il testamento, l’augurio, la speranza “Fratelli tutti” di Papa Francesco-Bergoglio, a pochi giorni dalla sua morte, potrebbero diventare presto realtà. Per la moltitudine di chi già lo crede e lo vuole santo il suo primo miracolo, a pochi giorni dalla sua morte, si chiama Robert Francis Prevost. Il cardinale, per anni ex vescovo in missione in Perù, nato in America, Chicago nel 1955, che alle 18 e 7 minuti di oggi, di fronte ad una folla immensa e plaudente tra sventolii di bandiere di 71 Paesi diversi, unita in Piazza San Pietro ed al mondo intero, ha mutato titolo e identità. Da cardinale, con la frase latina “nuntio Vobis gaudium magnum Habemus Papam” è diventato, eletto dalla maggioranza dei 133 cardinali partecipanti al Conclave a Roma, Papa Leone XIV. Il 267° discendente di Pietro della storia e della religione cattolica-cristiana.

Papa Leone XIV quando è apparso dalla loggia vaticana, dopo l’attesa “fumata bianca” ed ha salutato quella piazza arcobaleno con le parole “la pace sia con tutti voi”, “Papa Francesco grazie”, “sono agostiniano, figlio di Sant’Agostino”, “tutti insieme dobbiamo camminare verso quella patria che Gesù ci ha preparato”, “a tutti Voi fratelli e sorelle d’Italia, di Roma, di tutto il mondo, cerchiamo tutti la pace, tutti vicini alla gente che soffre”, “preghiamo uniti per la Chiesa, preghiamo insieme: Ave Maria, madre di Dio” pareva risentire il “Fratelli e sorelle buona sera”, le prime parole di Papa Francesco-Bergoglio alla gente appena eletto. O il “Discorso della luna” pronunciato da Papa Giovanni XXIII-Roncalli l’11 ottobre 1962, durante il Concilio Vaticano II, rivolto alla folla riunita a San Pietro, soprattutto alle mamme, ai genitori: “quando tornate a casa fate una carezza ai vostri bambini, date loro una carezza e dite che è una carezza del Papa. Il mio cuore è pieno di commozione”. A tratti sono riapparse anche la sofferenza e le battaglie del primo Papa non italiano, dopo 455 anni, di Giovanni Paolo II-Wojtyla. Il primo pontefice slavo della storia, ricordate “Solidarnos, Danzica, vittima anche di un attentato in pieno giorno, ferito gravemente da un colpo di pistola in mezzo alla folla. L’elezione di Papa Leone XIV è stata velocissima, dopo solo quando 3 “fumate nere” dal comignolo, il secondo giorno di votazioni, è apparsa “fumata bianca”. Pronostici completamente sbagliati, nessun italiano, nessun asiatico, nessun africano, nessun europeo.

Con l’americano Prevost ha vinto Trump? Molti in Europa e non solo, hanno fatto scongiuri. Chissà Meloni, chi pensava. Trump, secondo giornali ed i soliti bene informati solo della vigilia, puntava su un cardinale americano, però non cardinale di Chicago, ma di New York. La fede, come diceva Papa Francesco, è l’opposto delle incertezze, della paura, delle strategie “Cicero pro domo sua”. Nel mondo, come non mai convivono situazioni, realtà, ingiustizie, guerre, stragi, disumanità, povertà di valori. Troppe anche a vertici di governi.

Papa Francesco-Bergoglio sino all’ultimo respiro ha seminato germi di carità, giustizia, sempre accanto ai più poveri e bisognosi. Aveva scelto non a caso e chiesto aiuto nella sua difficile missione di Papa, prendendone anche il nome Francesco, al poverello d’Assisi e, soprattutto a Maria, la Madonna, madre di Gesù, la mamma di tutti.

Papa Leone XIV ha un compito difficile, la terra, troppi suoi abitanti sembrano impazziti, ciechi. Non vedono, anzi creano divisioni, guerre, distruzioni, stragi, marciano senza accorgersene verso guerre atomiche, si affidano, parlano di intelligenza artificiale senza capire che la parola “artificiale” non significa intelligenza, bellezza, onestà, soluzione, miglioramento in ogni campo, ma semplicemente imitazione, sostituzione. Assolutamente niente di naturale. Non è casuale che i suoi sinonimi siano falso, finto, innaturale, artificioso. Il traguardo vero, il solco da seguire oggi è solo uno: “Fratelli tutti” o come predicava e scriveva Sant’Agostino “tutti in uno, uno in tutti”.