Il Coordinamento imperiese Acqua Pubblica interviene con una nota stampa a seguito del coinvolgimento del commissario ad acta dellâAto Idrico imperiese Gaia Checcucci in un’inchiesta a Roma.
“La notizia apparsa sui quotidiani nazionali e sui media locali, Ăš di quelle clamorose, puĂČ provocare un terremoto giudiziario e coinvolgere la nostra provincia. Gaia Checcucci, commissario ad acta dellâAto Idrico imperiese, risulta indagata e destinataria di una misura cautelare interdittiva in unâinchiesta a Roma che mira a far luce su presunti episodi di corruzione per atti contrari ai doveri dâufficio e corruzione in atti giudiziari.
Senza entrare nel merito di un procedimento giudiziario che Ăš solo allâinizio ma che merita certamente attenzione, alcune valutazioni politiche e amministrative sulle ricadute territoriali e sulla vicenda di Rivieracqua sono necessarie.
Se la politica commissariale in questi mesi da un lato ha proceduto speditamente nellâacquisizione delle gestioni cessate (AMAT, AIGA, AMAIE, I2ReteGas), lavorando alacremente allâingresso del socio privato in Rivieracqua – un atto che tradisce e mortifica lâesito referendario sullâacqua – dallâaltro ha instaurato un clima di poca trasparenza nella conduzione dellâATO imperiese, che Ăš continuato nei ritardi a porre rimedio ai tanti scenari di emergenze idriche vissute nei territori, che persistono a non ricevere un adeguato servizio.
Per Rivieracqua ora le cose rischiano di farsi ancora piĂč difficili, alle prese con un piano di ristrutturazione del debito messo anche a dura prova dal caro energia.
CâĂš poi la questione della gara per lâingresso di un socio privato, ritenuta dalla maggioranza dei sindaci della provincia lâunica via perseguibile per salvare dal fallimento il consorzio idrico costituito dai Comuni. Un progetto non privo di rischi, poichĂ© il quadro trasformativo ipotizzato Ăš stato materia di una sentenza della Corte di Giustizia Europea e valutata in contrasto con le normative vigenti (direttiva 2014/24/UE) rispetto al mantenimento del controllo analogo sul nuovo gestore.
Come CimAP ci aspetteremmo finalmente che la politica e i sindaci avessero un sussulto di orgoglio e ragionevolezza per evitare che ora tutto vada a rotoli, ovvero lo sperpero di un bene pubblico locale e la dispersione di un patrimonio aziendale e di tanti lavoratori e lavoratrici. Lâacqua Ăš un bene comune e come tale deve restare fuori dalle logiche del mercato e del profitto (per continuare a firmare lâappello: https://chng.it/bWF5npmBMn).
Lo sanno i cittadini e le cittadine che stanno costruendo su tutto il territorio nazionale e anche ad Imperia la campagna âRiprendiamoci il Comuneâ per sottrarre i beni comuni e i servizi alle privatizzazioni e restituire un ruolo pubblico, sociale, ecologico e relazionale ai Comuni, luoghi della democrazia di prossimitĂ .
Riprendiamoci il Comune vuol dire affrontare i nodi che oggi impediscono ai Comuni di svolgere la propria funzione e alle comunitĂ territoriali di autogovernarsi: la finanza locale e il ruolo di Cassa Depositi e Prestiti, sono lâoggetto di due proposte di leggi dâiniziativa popolare.
Due proposte capaci di parlare ai diritti delle comunitĂ territoriali e alla capacitĂ di ascolto e permeabilitĂ di quella parte di amministratori e amministratrici locali che ancora collocano la propria funzione dentro la dimensione del prendersi cura.
Si scrive acqua si legge democrazia”.





