Luciano Zarbano

“Dopo le concessioni demaniali, una nuova bufera si abbatte sull’amministrazione comunale di Imperia. Questa volta il fronte del contenzioso si apre sul terreno della pubblicità esterna, con un ricorso al Tar presentato da quattro operatori del settore – Inox Signal srl, OPS Group srl, 3G srl e Avip Italia srl – contro le delibere con cui il Comune ha dato avvio a una gara in project financing per la gestione degli impianti pubblicitari cittadini”, dichiara il consigliere comunale d’opposizione Luciano Zarbano (Imperia senza Padroni).

“I ricorrenti contestano l’intero iter procedurale: dall’annullamento delle precedenti autorizzazioni già rilasciate, fino alla predisposizione di una nuova procedura che, secondo gli stessi ricorrenti, esclude senza giustificazione chi operava regolarmente sul territorio e aveva investito tempo e risorse per conformarsi al nuovo piano generale degli impianti pubblicitari approvato nel 2024”, prosegue. “Nel ricorso si parla di violazioni del principio di trasparenza, disparità di trattamento e lesione dell’affidamento legittimo degli operatori che avevano seguito alla lettera le indicazioni dell’amministrazione stessa. Le ditte avevano infatti realizzato, tramite l’associazione Aicap, un lungo lavoro di adeguamento degli impianti pubblicitari già esistenti, presentando progetti approvati o in fase avanzata presso gli uffici competenti, prima che tutto fosse azzerato con un colpo di spugna dalla giunta”.

“Il Comune ha affidato a Martino & Partners, con sede legale a Roma, il ruolo di advisor, per pubblicare un avviso di manifestazione d’interesse per individuare un nuovo concessionario unico che gestisca tutta la cartellonistica cittadina, compresa quella già installata da anni da operatori locali. Nel mirino anche il presunto ruolo ‘preferenziale’ assegnato alla stessa società Martino & Partners, incaricata di accompagnare l’amministrazione nel percorso di project financing con un affidamento da oltre 6.000 euro, senza trasparente comparazione con altri potenziali consulenti e in assenza di pubblicità preventiva. Secondo i ricorrenti, questa scelta rischia di consolidare un monopolio de facto, ledendo i diritti di chi era già titolare di concessioni e aveva partecipato al riordino previsto dal regolamento comunale”, sottolinea Zarbano. “Le società segnalano anche gravi contraddizioni e mancanze nella motivazione degli atti amministrativi, l’assenza di una valutazione di convenienza per la finanza di progetto, e la mancata conclusione dei procedimenti avviati per le istanze Suap, lasciati senza risposte nonostante le scadenze formali”.

“Il Comune ha disatteso un intero anno di lavoro con operatori seri e regolari, avviando improvvisamente una procedura che rischia di favorire soggetti esterni e di danneggiare chi ha investito risorse importanti”, denunciano i ricorrenti. “Nel frattempo hanno già speso decine di migliaia di euro tra progettazioni, forniture, digitalizzazione degli impianti e adeguamenti strutturali”, dice Zarbano.

“L’istanza cautelare è già stata depositata e punta a bloccare la procedura di gara, giudicata ‘illegittima, sproporzionata e lesiva della concorrenza’. Quindi un’altra grana giudiziaria per il Comune, e un altro settore economico locale – quello della pubblicità e dell’arredo urbano – che si ritrova danneggiato da decisioni opache e incoerenti”, conclude il consigliere.