“Durante l’ultima seduta del consiglio comunale, è stata approvata – con il voto favorevole della maggioranza e del Partito Democratico – l’adesione del Comune di Imperia, in qualità di ‘Aderente Istituzionale’, alla Fondazione Gazzetta Amministrativa della Repubblica Italiana, con un impegno economico triennale pari a 30.000 euro”, esordisce il consigliere comunale d’opposizione Luciano Zarbano.
“Ci sono stati presentati tre soggetti – la Gazzetta Amministrativa, la Fondazione Gazzetta Amministrativa e l’Accademia della Pubblica Amministrazione – accomunati da nomi e grafiche che rievocano istituzioni ufficiali della Repubblica, ma che in realtà sono enti privati, senza alcun legame con il Poligrafico dello Stato, la Gazzetta Ufficiale, il sito giustizia-amministrativa.it, o la Scuola Nazionale dell’Amministrazione, che invece sono enti governativi”, spiega il consigliere. “Tra i servizi proposti: banche dati normative, report e corsi di formazione. Nulla che non sia già disponibile gratuitamente o a costi inferiori tramite fonti autorevoli come la piattaforma IFEL, i supporti già forniti da ANCI, i portali regionali della Liguria o i software già in uso negli uffici comunali. Inoltre la delibera prevede anche la creazione di una ‘sede permanente’ dell’Accademia della P.A. presso il Comune di Imperia. Ma essendo una struttura privata sarebbe stato meglio che fossero specificati i costi di gestione, del personale, delle responsabilità organizzative. Il presidente della Fondazione è l’avvocato Enrico Michetti, già noto alle cronache per la sua candidatura a sindaco di Roma nel 2021. In passato, la stessa Fondazione è stata attenzionata dall’Autorità Nazionale Anticorruzione e dalla Corte dei Conti, come riportato da diverse fonti giornalistiche. Il Comune di Imperia, ad oggi è l’unico Comune della Liguria ad aver aderito a questa fondazione, e questo dettaglio (non da poco) purtroppo non ha stimolato, in consiglio comunale, la curiosità di alcuno per approfondire meglio la questione”.
“In questo contesto, spendere 10.000 euro all’anno per servizi di dubbia utilità, e senza una reale urgenza, appare quantomeno imprudente. Nessuno in aula consiliare ha saputo chiarire in che modo concreto questi servizi miglioreranno l’attività amministrativa o apporteranno benefici tangibili ai cittadini”, sottolinea Zarbano.
“In un momento storico segnato da rincari, difficoltà per famiglie e imprese, e continui tagli ai servizi pubblici, questa decisione sembra più una operazione di immagine che una scelta amministrativa responsabile. Come gruppo Imperia Senza Padroni riteniamo questa adesione inopportuna nel merito, intempestiva nel momento storico, poco trasparente nei contenuti e priva di un chiaro ritorno per l’ente e la collettività”, conclude.