luciano zarbano

Un progetto di riqualificazione fermo al palo, un immobile potenzialmente contaminato, un accordo economico con una società privata dai contorni poco chiari. È quanto emerge dall’interrogazione a risposta scritta presentata a dicembre scorso dal Consigliere Comunale di Imperia Luciano Zarbano (Imperia Senza Padroni) sull’ex raffineria Saìro, struttura industriale dismessa da anni e al centro di un’operazione urbanistica con la consulenza della società Avalon S.r.l. di Piacenza.

La risposta fornita dall’assessore competente (con toni risentiti – domandare è lecito, rispondere è cortesia, ma stavolta la cortesia ha preso altre direzioni), pur confermando alcuni dati, lascia più dubbi che certezze e alimenta le preoccupazioni su un progetto che rischia di trasformarsi in un boomerang per le casse comunali e per la salute pubblica.

Nella sua articolata interrogazione, Zarbano aveva chiesto al Comune chiarimenti sui proprietari dell’immobile, i contenuti dell’accordo con la proprietà privata, il valore della perizia, gli eventuali obblighi economici in caso di mancata approvazione del progetto, lo stato delle cisterne, l’eventuale presenza di vincoli storico-artistici, le attività svolte dalla società Avalon e le ragioni del blocco dei lavori. Alla richiesta di trasparenza si era contrapposta una risposta evasiva e non solo.

Non è stato chiarito lo stato delle cisterne, né confermata l’avvenuta bonifica, nonostante l’uso storico di sostanze chimiche come la soda caustica. L’Assessore non aveva fornito dettagli sulla perizia, non aveva citato scadenze concrete e non aveva indicato se erano stati effettuati studi ambientali aggiornati. Anche le attività svolte da Avalon erano risultate poco tracciabili, pur emergendo chiaramente nella risposta il ruolo fondamentale attribuito a quest’ultima società. Oltre all’interrogazione, Zarbano era intervenuto per ben tre volte sulla stampa, senza alcuna reazione da parte dell’Amministrazione.

Il progetto iniziale PinQua legato all’ex Saìro, allo stato attuale risulta inattuabile, in quanto non ci sono più i tempi materiali per realizzarlo nella sua interezza. Infatti i due edifici previsti inizialmente, oltre all’ex raffineria in fase di restauro, non saranno realizzati. Al loro posto verrà costruito un parcheggio. Poiché il progetto originario non verrà rispettato, è molto probabile che il finanziamento previsto tramite fondi PNRR non venga più confermato dal Ministero. Il sospetto che si tratti dell’ennesimo successo – si fa per dire – della società Avalon, che ha accompagnato il progetto proprio sul versante del finanziamento nazionale, senza riuscire a garantire né risultati concreti né coerenza progettuale. Inoltre una voce sempre più insistente riferisce che Avalon abbia abbandonato anche questo campo di battaglia, rinunciando al suo ruolo di consulente del RUP e ad una cospicua parcella. Se a questo scenario si aggiunge il pagamento già effettuato al privato per l’acquisto delle aree necessarie, pari a 2,5 milioni di euro, si comprende ancor meglio il danno economico e politico di un’operazione fallimentare.

Il Comune sta camminando su un terreno minato: c’è il rischio di dover pagare penali a fronte di un progetto mai partito, su un immobile potenzialmente inquinato e gestito senza trasparenza. I cittadini hanno il diritto di sapere come vengono spesi i soldi pubblici, quali garanzie sanitarie sono state adottate, quali sono i rischi ambientali. La risposta dell’Assessore è stata insoddisfacente e dimostra l’urgenza di aprire i cassetti su questa operazione” dichiara Zarbano.

Il gruppo Imperia Senza Padroni chiede che venga resa pubblica la perizia e la verifica ambientale sullo stato dell’ex raffineria.

“La Saìro non può diventare l’ennesima scatola vuota, costruita sulla sabbia dell’opacità. Serve chiarezza, competenza, e rispetto per i cittadini”, conclude Zarbano.