Ieri sera presso banchina Aicardi, la partecipazione del Comune di Imperia all’evento “Voci silenziose” di Amnesty International, a sostegno della popolazione palestinese, ha suscitato forti contestazioni. La causa principale è la bocciatura delle scorse settimane, da parte del consiglio comunale, della mozione per il riconoscimento dello Stato di Palestina. I consiglieri del PD hanno criticato duramente la presenza del sindaco Claudio Scajola, accusandolo di ipocrisia.
A seguito dei fatti sono intervenuti i membri della maggioranza in consiglio comunale.
“La mia solidarietĂ e vicinanza al sindaco di Imperia, Claudio Scajola”, esordisce il vicesindaco Giuseppe Fossati. “Gli organizzatori hanno chiesto alla CittĂ di Imperia il patrocinio della manifestazione di ieri sera di Amnesty International, che è stato concesso dalla giunta, su proposta dal sindaco. Gli organizzatori hanno invitato il sindaco a partecipare ed ad esprimere il suo autorevole punto di vista. Inaccettabile che qualcuno, in realtĂ una persona e due o tre suoi scherani, abbia cercato di impedirlo. Credo sia lecito attendersi una pubblica presa di distanza da parte degli organizzatori. Credo sia lecito attendersi una pubblica presa di distanza dal PD. Un partito serio non può accettare che un proprio rappresentate si comporti in modo così inqualificabile. Gli imperiesi, persone serie e moderate, pur nella diversitĂ di opinioni, hanno comunque certamente capito da tempo chi è realmente democratico e chi no”.
Alle parole del vicesindaco fanno eco quelle dei gruppi di maggioranza in Comune “Avanti con SCAJOLA Sindaco“, “Insieme a SCAJOLA Sindaco” e “Prima IMPERIA“.
“Un sindaco, indipendentemente dalla sua appartenenza politica o dalla cittĂ che rappresenta, dovrebbe essere libero di partecipare agli eventi a cui è stato invitato. Inevitabilmente, ci sarĂ sempre qualcuno con un’opinione diversa e, per caritĂ , ha tutto il diritto di esprimerla. Tuttavia, quando questo dissenso viene manifestato con violenza, perdita di controllo e odio personale, si raggiunge un livello talmente basso e infimo da compromettere i principi fondamentali della democrazia, del rispetto e dell’educazione”, dichiarano all’unisono.
“Se poi tali comportamenti provengono da un consigliere comunale, il fatto diventa ancora piĂą grave”, sottolineano. “Il Partito Democratico dovrebbe prendere le distanze dal consigliere Bracco e chiederne le dimissioni. Si tratta di episodi gravi, che rappresentano un terreno fertile per una pericolosa escalation di violenza, inizialmente verbale – e Dio solo sa cos’altro potrebbe seguire. Vede, caro Bracco: un distintivo indossato in passato, così come la sconfitta elettorale subita, non le conferiscono alcuna autorizzazione a compiere gesti vili come quelli di ieri sera. Lei non è migliore di nessuno. Ha idee differenti, certo, ma dovrebbe esprimerle nei modi e nei toni appropriati, privi di violenza, maleducazione, odio, personalismi e astio. Si vergogni di aver strumentalizzato i morti di una guerra per i suoi sproloqui personali”.