NellâAssemblea nazionale di Confcommercio che ha visto la riconferma, per acclamazione, alla presidenza di Carlo Sangalli, il presidente provinciale di Imperia Enrico Lupi Ăš stato eletto nel Consiglio nazionale. Lâimportante assise vede due liguri eletti in rappresentanza delle sedi territoriali: oltre a Lupi, anche il presidente di Genova Paolo Odone.
Spiega Enrico Lupi: “Ă stata unâAssemblea partecipata, che ha visto la conferma del presidente Sangalli, dopo una relazione estremamente puntuale e di grande contemporaneitĂ , circa il momento storico che si sta vivendo, con unâemergenza socioeconomica che interessa lâintero Paese. Sangalli ha evidenziato anche lâimportanza del concetto di squadra e la necessitĂ di una presenza sempre piĂč forte di Confcommercio nei territori. Sono state mese in luce anche le anomalie derivanti da un malinteso senso di nuove forme del lavoro, a cominciare dallo smart working, non dimensionato allâeffettiva funzionalitĂ delle strutture del Paese, con pesantissime ricadute sul tessuto socioeconomico e con grandi complicanze per tutto il comparto dellâofferta commerciale e dei servizi nelle cittĂ . Uffici semi deserti, a cascata, comportano il crollo di molte attivitĂ , prime fra tutte bar e ristoranti, privati del cosiddetto pasto fuori casa di molti impiegati”.
Lupi nel suo intervento in Assemblea nazionale ha portato testimonianza della drammatica situazione viaria della Liguria, evidenziata anche dal presidente Sangalli, fornendo ulteriori dettagli ed elementi di valutazione, per amplificare la risonanza della vicenda ligure.
Enrico Lupi ha inoltre espresso forte preoccupazione per lâevoluzione socioeconomica post-Covid, sottolineando: âQuesta situazione sta creando due categorie sociali, i garantiti e i precari. I garantiti, almeno per ora, sono tutti coloro che afferiscono al pubblico impiego. Fra i precari in questo momento e nel prossimo futuro, ci sono invece le imprese e tutti i loro collaboratori, che non hanno alcuna garanzia di fatturato e quindi di sicurezza dei salari. Soffrono della caduta verticale dei consumi iniziata durante il lockdown e con un recente recupero troppo lieve per non lasciar pensare a un grave saldo negativo di chiusura del 2020. La precarietĂ e non tempestivitĂ delle decisioni a livello governativo, vuoi sullâemergenza Covid, vuoi in provvedimenti non attuati, fa sĂŹ che le imprese si sentano sospese nel programmare, scegliere e decidere. La precarietĂ fa sĂŹ che anche lâingente massa di risparmi delle famiglie non venga smobilitata per investimenti, ma prudenzialmente conservata per tempi miglioriâ.







