Ieri sera, durante il consiglio comunale di Imperia, è stata presentata la mozione del consigliere d’opposizione Lucio Sardi (AVS) sul tema della contrarietà al Piano strategico per le Aree interne 2021-2027 del governo. Secondo Sardi, le aree interne della Liguria rischiano spopolamento e degrado, mentre la strategia del governo le considera destinate a un percorso irreversibile di impoverimento. La mozione, respinta, chiedeva sostegno per i servizi essenziali – trasporti, istruzione e sanità – e promozione delle risorse locali.
Sul tema è intervenuta anche Laura Amoretti (Società Aperta – Imperia di Tutti): “La mozione prende evidentemente spunto da alcune riflessioni maturate in estate a seguito delle polemiche scatenate dalla pubblicazione di alcuni allegati al Piano Nazionale. Riflessioni preoccupate, critiche costruttive che già il coordinamento ligure dei piccoli comuni rilanciava lo scorso 2 luglio, argomenti poi ribaditi dal direttivo nazionale ANCI e, il successivo 10 luglio, dalla Consulta nazionale dei piccoli comuni. Preoccupazioni sulla visione del sistema Paese evidenziate in modo chiaro in una ‘Lettera aperta al Governo e al Parlamento’, documento probabilmente sfuggito ai più, sottoscritto a Benevento a conclusione dell’annuale convegno dei Vescovi delle Aree interne”.
“141 tra vescovi e cardinali, tra cui il presidente della CEI Monsignor Zuppi e l’arcivescovo di Genova Monsignor Mario Tasca, hanno evidenziato alcuni aspetti che riteniamo fondamentali”, prosegue. “Ne cito testualmente alcuni passaggi: ‘La recente pubblicazione del Piano Strategico Nazionale delle Aree Interne delinea per l’ennesima volta il quadro di una situazione allarmante. (…) Come vescovi e pastori di moltissime comunità fragili e abbandonate, quindi, non possiamo e non vogliamo rassegnarci alla prospettiva adombrata dal Piano Strategico Nazionale delle Aree Interne. Non possiamo del resto non considerare come, nel corso degli anni, documenti e decreti governativi e regionali siano finiti in un ingorgo di dispositivi legislativi per lo più inapplicati, non di rado utili soltanto a consolidare la distribuzione di finanziamenti secondo logiche politico-elettorali, mettendo spesso le piccole realtà in contrasto tra loro e finendo per considerare come progetti strutturali piccoli interventi stagionali. Chiediamo perciò che venga esplorata con realismo e senso del bene comune ogni ipotesi d’invertire l’attuale narrazione delle aree interne. Riteniamo, inoltre, che si debba ribaltare la definizione delle aree interne, passando da un’esclusiva visione quantitativa dello spazio e del tempo a una narrazione che lasci emergere una visione qualitativa delle storie, della cultura e della vita di certi luoghi (…) s’incoraggi il controesodo con incentivi economici e riduzione delle imposte (…) e citano a questo proposito anche altre soluzioni come lo smart working e coworking, servizi sanitari di comunità, telemedicina e altri'”.
“Dopo il deposito della mozione che ora discutiamo, si è aperta un’altra partita che oggi preoccupa molto i nostri piccoli comuni: quella della perimetrazione delle aree montane, che sembrerebbe essere penalizzante anche per il nostro territorio”, sottolinea Amoretti. “Anche qui evidenziamo la forte e corretta presa di posizione di ANCI Liguria, anche attraverso il nostro sindaco che, in qualità di presidente della Provincia, e lo ringraziamo, ha posto l’argomento all’ordine del giorno della prossima assemblea dei sindaci di questo giovedì. Da ultimo è opportuno, perché perfettamente in argomento, richiamare le parole pronunciate dal Presidente della Repubblica pochi giorni fa all’Assemblea nazionale dei sindaci tenutasi a Bologna: ‘La questione delle aree interne, delle zone montane si è, da tempo, posta come una urgenza per il Paese. Tredici milioni di nostri concittadini vivono in luoghi distanti dai maggiori centri urbani e dai grandi nodi infrastrutturali. (…) I piccoli comuni sono l’anticorpo dell’abbandono e vanno posti nelle condizioni di essere un motore di vitalità e di ripartenza. (…) L’esistenza di servizi sanitari, finanziari, di istruzione, di trasporto pubblico è quella che consente di assicurare la permanenza degli abitanti. L’esistenza di questi servizi si pone prima dei numeri, prima del numero degli abitanti, perché ne costituisce una garanzia e, laddove viene meno, rappresenta una causa del suo declino. Tenendo anche conto che l’abbandono dei territori comporta alti costi per l’economia nazionale. (…) L’agenda del Controesodo a sostegno dei sistemi locali va quindi sostenuta e implementata’”.
“Nel quadro trasversale in cui tutti rivendicano la centralità dei piccoli comuni, ciascuno deve, oltre alle parole, fare la sua parte. Anche la nostra città ha il suo ruolo. Il legame con l’entroterra è storico e le sinergie con i paesi delle nostre valli – Arroscia, Impero, Prino, Caramagna – è condizione indispensabile per il benessere e per lo sviluppo. Alcuni esempi concreti: Imperia, con la nuova organizzazione socio-sanitaria, diventerà centro di riferimento per tutto il suo territorio al di fuori dei confini comunali; l’esperienza delle Case e degli Infermieri di Comunità può e deve essere ulteriormente implementata, così come favorita la rinascita degli ambulatori comunali. Un altro tema delicato è quello dei trasporti. Qui occorre ricordare l’esperienza dell’area interna Valle Arroscia prima e della Green Community poi, che vede nel trasporto a chiamata una modalità efficace per interpretare i tempi e rispondere ai bisogni. Ancora, le infrastrutture: tra le tante emergenze pare impossibile non si sia risolto ancora il nodo della viabilità Imperia-Pontedassio, vitale per Imperia, ancor prima che per i territori del suo entroterra. Sul tema di cui stiamo parlando, dove la trasversalità politica e territoriale è emersa in tutte le sedi, è auspicabile si trovi oggi una sintesi. Invito quindi il proponente la mozione e i gruppi consiliari, in testa quelli di maggioranza, a individuare una proposta condivisa. Dividerci, anche su questo, sarebbe, oltre che difficilmente spiegabile ai cittadini, perfettamente inutile”, conclude la consigliera Amoretti.








