L’estate 2025 fino ad ora ha certificato il trend annunciato da qualche tempo sull’intensificazione delle nidificazioni di tartaruga Caretta caretta nel Ponente ligure e non solo.
Ad oggi sono nove i nidi in Liguria (tre dei quali in provincia di Imperia: Arma di Taggia, Imperia e Riva Ligure) di questa specie di tartaruga, globalmente considerata minacciata e al centro di mirate politiche di conservazione, che rendono attualmente la popolazione del Mar Mediterraneo – dove è la specie di tartaruga più diffusa – in ripresa.
In previsione della bella stagione, e dopo che nel 2024 una Caretta caretta ha deposto per la prima volta le uova sulle spiagge imperiesi (ad Arma di Taggia), l’associazione Delfini del Ponente, attiva sul territorio con progetti di ricerca e tutela della fauna marina, ha avviato in primavera due corsi dedicati alla formazione di volontari, ribattezzati “Tartavolontari“. Ora, in questa fase dell’estate, i volontari pattugliano ogni mattina alcuni tratti di litorale del Ponente ligure alla ricerca di eventuali tracce del passaggio dell’animale.
A questo si affiancano attività di sensibilizzazione presso i gestori degli stabilimenti balneari e, non ultimi, cittadini e turisti che frequentano i litorali, permettendo una conoscenza più capillare sul territorio.
Del resto a scoprire i segni del passaggio della tartaruga che depositò lo scorso anno le prime uova ad Arma fu una signora (Federica) che riconobbe le impronte tramite le locandine di sensibilizzazione presenti in loco, installate dai biologi.
Come riconoscere un’impronta di Caretta caretta
“Quello che si può vedere”, descrive la biologa Elena Fontanesi, “è una sorta di cingolato con una parte centrale spianata e le impronte delle pinnate, delle virgole ai lati lasciate dalle pinne dell’animale che si trascina lungo la spiaggia per risalire e trovare un punto dove deporre le uova. C’è solitamente una traccia che va verso monte uscendo dall’acqua, un punto dove c’è ipoteticamente uno scavo e poi una traccia di uscita che ritorna verso l’acqua”.
“Si trovano più facilmente in spiagge sabbiose”, spiega, “che sono le più idonee alla nidificazione, ma ricordiamoci che questi animali in Liguria sono degli esploratori e potrebbero anche cercare una zona adatta in spiagge diverse, con ciottoli e quant’altro. In quel caso è più difficile trovare le tracce. Le dimensioni di questo animale sono variabili. Possono andare dai 30 ai 50 cm, ma essere di dimensioni anche maggiori”.
Cosa fare in caso di ritrovamento di tracce
- Non calpestarle;
- cercare di tenere a distanza le persone che potrebbero passarci sopra, spiegando la situazione;
- scattare foto e video da diverse angolazioni, possibilmente seguendo il percorso della traccia a lato;
- contattare la Capitaneria di Porto al numero 1530 e inoltrargli tutte le informazioni. La Capitaneria a ruota contatterà le associazioni sul territorio che si occupano della conservazione della tartaruga.
Cosa fare in caso di incontro con una tartaruga in spiaggia
- Stare a distanza dall’animale, tenendo presente che non è in difficoltà e che cerca un posto dove deporre le uova;
- non usare torce, luci o scattare foto col flash, perché potrebbero spaventare l’animale;
- abbassare il più possibile il volume della voce, chiedendo a eventuali presenti di fare altrettanto;
- dare video e foto (rigorosamente senza flash);
- allertare la Capitaneria e i biologi della zona, oltre che al gestore della spiaggia se si tratta di uno stabilimento privato;
- godersi il momento (importante!).
Nel video servizio a inizio articolo le parole della biologa Elena Fontanesi e alcune immagini utili per riconoscere il fenomeno.