Nata a Torino ma profondamente legata alla Riviera ligure, Raffaella Sottile ha attraversato tutte le tappe dell’evoluzione dell’immagine: dall’analogico al digitale, fino alla rivoluzione dell’intelligenza artificiale. Fotografa “da sempre”, come ama sottolineare, si avvicina all’obiettivo grazie al padre, appassionato di fotografia e oggi pilota di droni. Dopo gli studi alla scuola di fotografia di Milano, il suo percorso prende una direzione decisiva con l’incontro che le cambierà la vita professionale: quello con Pepi Morgia.
È proprio il celebre show designer e regista a portarla a Sanremo, città a cui negli anni si è profondamente legata. Un approdo inatteso, arrivato in un periodo in cui Sottile era impegnata soprattutto nella fotografia d’inchiesta e in progetti dal forte impatto sociale. “Durante il mio percorso ho incontrato Pepi Morgia e così sono arrivata a Sanremo”, racconta. “Con Pepi ho imparato tantissime cose, era un’avanguardia”.
Morgia, ricorda Sottile, aveva una visione molto chiara e innovativa: “Voleva valorizzare il backstage, considerato un momento di pura magia. Il suo desiderio più grande era raccontarlo in maniera emotiva, per connettere il pubblico con una parte di spettacolo che normalmente non si vedeva”.
Guardando alla propria carriera, Sottile riconosce di aver vissuto tutte le metamorfosi tecniche degli ultimi decenni. “Ho vissuto tutto il percorso, dalla fotografia analogica al progresso”, afferma. La tecnologia, per lei, è prima di tutto uno spazio creativo: “È bello sperimentare e scoprire nuovi modi per raccontare noi stessi e il nostro mondo interiore”.
L’avvento dell’intelligenza artificiale rappresenta una sfida, soprattutto per chi proviene dal mondo analogico, ma anche un territorio ricco di possibilità. “L’AI è stata un po’ traumatica all’inizio”, ammette, “ma apre nuove possibilità narrative”. Un cambiamento che richiede accompagnamento e formazione. “Bisogna aiutare tantissime persone che questo cambiamento non lo stanno ancora interiorizzando”.
Sottile osserva con attenzione anche l’impatto dell’intelligenza artificiale nel mondo dell’informazione e della comunicazione politica. “Il linguaggio è cambiato e l’AI prende sempre più spazio. È normale che venga utilizzata anche in contesti dove si può influenzare l’opinione pubblica”.
In questo scenario, ribadisce, la responsabilità individuale è fondamentale: “È importante essere consapevoli del messaggio che si vuole veicolare e del modo in cui lo si fa”. Perché, ricorda Sottile, “l’AI non è un sostituto, ma un mezzo da gestire con responsabilità”.
Nel video servizio a inizio articolo l’intervista completa a Raffaella Sottile.




