Un clima da Festival, ma questa volta non per la musica. A Sanremo ieri sera è andata in scena la magia del cinema, con l’anteprima nazionale di ‘Fuori‘, il nuovo film di Mario Martone, unica opera italiana in concorso al Festival di Cannes 2025.
‘Fuori’
Una serata che ha trasformato un gremito Teatro Ariston in una piccola Cannes. Sul palco, a fine proiezione, il regista Mario Martone, la sceneggiatrice Ippolita Di Majo e le protagoniste Valeria Golino e Matilda De Angelis. In collegamento da Milano anche Elodie, altra grande protagonista del film.
Da Cannes a Sanremo
Piccolo siparietto Cannes-Sanremo prima della proiezione. Il cast, guidato da Martone, ha attraversato il confine Francia-Italia a bordo di un minivan per raggiungere Sanremo. In videochiamata dal casello di Ventimiglia il regista ha commentato: “Sembra un film iraniano”. Ad aprire la serata il patron dell’Ariston, Walter Vacchino che ha dichiarato: “Il nostro teatro, spesso legato alla kermesse musicale, può vivere anche di grande cinema“. In platea anche il sindaco della città dei fiori, Alessandro Mager. L’opera è stata trasmessa in diretta streaming in 180 sale italiane.
Le parole di Mario Martone, Valeria Golino e Ippolita Di Majo
“È un grande titolo, e posso dirlo perché l’ho letto quando Ippolita mi ha fatto leggere il soggetto”, ha esordito Mario Martone, “sopra c’era scritto ‘Fuori’. È un titolo bellissimo, legato al senso del film. Non solo perché racconta un ‘dentro’ – il carcere – e un ‘fuori’, ma perché fuori è anche una condizione esistenziale. Goliarda era in carcere prima ancora di entrare in carcere quando la società culturale del suo tempo la rifiutava, la emarginava, le ha impedito di pubblicare il suo romanzo, era in povertà. E da questa marginalizzazione nasce il gesto rabbioso di rubare”.
A dare corpo a Goliarda è una magnetica Valeria Golino, già legata alla figura della scrittrice per ‘L’arte della gioia’, presentato a Cannes nel 2024. Con lei, Matilda De Angelis nel ruolo di Roberta, ex militante di una banda armata, e Elodie, nei panni di Barbara, una giovane donna fragile ma piena di amore da dare.
“Noi cominciamo a scoprirlo ora, il film perché quando lo fai, lo fai e basta. Ogni volta che ne parlo, scopro qualcosa in più”, ha raccontato Valeria Golino.
Ippolita Di Majo ha aggiunto: “Fuori da cosa? Fuori dalle convenzioni, dalle ideologie, dal pensiero più banale. È un film sulla libertà, sull’amore e sull’amicizia. E la libertà è il motore di tutto”.
Il film, ispirato al libro autobiografico ‘L’università di Rebibbia‘ di Goliarda Sapienza, racconta la drammatica ma profondamente umana esperienza carceraria dell’autrice, arrestata nel 1980 per il furto di alcuni gioielli. Il racconto alterna ricordi e presente, dentro e fuori dal carcere, in una Roma degli anni ’80 calda e viva. Il film esplora il dolore, la rinascita, il bisogno di appartenenza e i legami che sopravvivono al tempo e alle mura. Una narrazione poetica, ma mai indulgente, capace di emozionare e far riflettere.
Nel video-servizio a inzio articolo le parole di Martone, Golino e Di Majo.
Si ringrazia Ezio Cairoli per le immagini.