Per l’ultima serata della rassegna “UPI Game 2.0 – Correggilostile Team – Insieme per il benessere e l’inclusione”, Federico Buffa ha raccontato la storia di “Sua Altezza Aerea” Michael Jordan al Teatro Cavour di Imperia, di fronte a un pubblico numeroso ed entusiasta.
In “Number 23: vita e splendori di Michael Jordan“, il celebre giornalista, commentatore e narratore sportivo rivive i momenti più segnanti e iconici della carriera, oltre che della vita, del cestista statunitense, per molti semplicemente la più grande icona sportiva di tutti i tempi, molti dei quali peraltro vissuti di persona dallo stesso Buffa, nelle sue telecronache tecniche in tandem con Flavio Tranquillo.
Come spiegato da Buffa, in un’intervista telefonica rilasciataci nei giorni scorsi, lo spettacolo parte da una base narrativa alla quale, insieme alle note al pianoforte di Alessandro Nidi, vengono aggiunti di volta in volta aneddoti e dettagli particolari, conferendo a ogni rappresentazione un tratto di unicità.
“Ci trovavamo assieme al maestro Nidi a Tempio Pausania, in Sardegna“, dice il giornalista raccontando la genesi dell’opera. “Non lo avevamo mai fatto. Era una giornata piovosa. Siamo in teatro alle 16 e proviamo ad improvvisarlo. Mentre vado avanti lui inserisce due canzoni composte da lui sul momento. La sera mettiamo tutte queste cose assieme e viene fuori lo spettacolo. Col tempo la base di quello spettacolo si è ingrandita. Poi lo abbiamo fatto altre volte, in realtà tre in Sardegna e poi non più per 4 o 5 mesi. Ora lo stiamo proponendo spesso. L’ultima aggiunta di recente: siccome facciamo vedere Michael che va a Capri quasi ogni estate, sempre nello stesso locale, cantando ‘Volare’, abbiamo inserito ad un certo punto il quadro di Marc Chagall dal quale Franco Migliacci prese ispirazione per ‘Nel blu, dipinto di blu‘, con la quale avrà fatto miliardi grazie ai diritti di quella canzone”.
Nelle fasi culminanti dello spettacolo (e forse della storia recente del basket), con la palla rubata a Karl Malone e l’ultimo tiro di Jordan a 5,2 secondi dalla fine che consegnò ai Chicago Bulls il sesto titolo, Buffa guida lo spettatore in un viaggio nel tempo. Con il suo stile narrativo ormai celebre, intreccia le vicende del protagonista, il suo mito e la sua formazione in un contesto storico più ampio, dalla nascita del basket fino alle radici dello schiavismo e alla sua eredità.
Negli ultimi anni Buffa, noto anche per i grandi eventi calcistici e altri momenti storici dello sport grazie alle sue collaborazioni con Sky, sottolinea però l’unicità del suo approccio alla pallacanestro, soprattutto nel modo di raccontarla a teatro al grande pubblico.
“Per me il basket, giornalisticamente parlando è stata la vita”, continua “e mi trovo molto più a mio agio in questo tipo di spettacolo, avendo avuto il privilegio di poter vedere Michael dal vivo tante volte e di averlo potuto commentare in particolare nelle due finali del 1997 e del 1998, che sono quelle dove la sua leggenda prese la sua conformazione definitiva. Quando faccio lo spettacolo, in senso stretto, sono al centro palco. Quando invece faccio dei passi verso il pubblico, quelli che racconto sono aneddoti personali visti durante la mia vita. Questo nel calcio non potrei farlo, nel basket sì, perché mi è stato concesso il privilegio di vederlo davvero tante volte”.
La serata, come anzidetto, ha rappresentato l’atto finale del progetto finanziato da UPI – Unione Province d’Italia – e Fondazione Carige, con la Provincia di Imperia come ente capofila. Hanno collaborato anche Anci–UPI Liguria, Provincia di Savona, Provincia della Spezia, Forum del Terzo Settore, Ipsar “A. Migliorini” di Finale Ligure e Unione Sportiva San Marziano. Tra gli altri soggetti coinvolti figurano il Comune di Imperia, l’Università di Genova, il Comune della Spezia, il CONI, Federsanità e l’Ufficio Scolastico Regionale.
Nel video servizio a inizio articolo l’intervista completa a Federico Buffa. Montaggio a cura di Anthony D’Aguì.







