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Da sempre è uno dei quartieri più chiacchierati e al tempo stesso meno conosciuti della città dei fiori.
Ed è probabilmente uno di quelli che più nel tempo è cambiato.

L’evoluzione che ha avuto negli ultimi anni la Pigna di Sanremo riflette molto i cambiamenti sociali e culturali avvenuti in questa parte d’Italia nell’ultimo mezzo secolo e non solo.

Quartiere popolare custode di alcune sfumature della città dei fiori più autentica, le tante contaminazioni culturali che hanno caratterizzato i vicoli in occasione di ogni migrazione avvenuta che ha interessato la città, dal Meridione al Medioriente, con tutte le sue dinamiche(nel bene e nel male) fino ad arrivare ad oggi, con numerose associazioni culturali che ne hanno fatto negli ultimi 20 anni il loro quartier generala(da Pigna Mon Amour all’Associazione Fare Musica), una serie di nuove attività che hanno aperto negli ultimi anni e anche una serie di interventi(come il progetto Pinqua) che ne stanno contribuendo a cambiare il volto, senza al momento stravolgerlo del tutto.

A un primo sguardo più mirato l’impressione che si ha del centro storico di Sanremo oggi è infatti quella di un ecosistema molto variegato, fatto di più “biomi”. Realtà diverse, arrivate in momenti anche diversi, che convivono fra loro in un equilibrio delicato ma anche anche affascinante.

In questo, che è il primo di una serie di articoli che cercano di approfondire l’evoluzione del centro storico sanremese, abbiamo sentito il parere di uno degli attuali amministratori della città: il vicesindaco Fulvio Fellegara, che delle dinamiche sociali che coinvolgono la Pigna, ma in generale tutta Sanremo, si occupa da ben prima di prendere posto a Palazzo Bellevue.

“Possiamo partire proprio” introduce il vicesindaco “dall’evoluzione che c’è stata negli anni. La Pigna, oltre essere un quartiere bellissimo e una risorsa culturale storica della città è anche un quartiere che ha avuto un cambiamento, per gli investimenti che ha ricevuto, ma non solo. Cambiamenti tuttora tutt’ora in corso.”

Uno dei cambiamenti che probabilmente ha riguardato maggiormente la visione del centro storico della Pigna è il fatto che sia diventata nel tempo sempre più popolare fra i turisti. Una dinamica che coinvolge soprattutto la parte bassa della città vecchia.
Frequentata anche dal punto di vista abitativo soprattutto nella parte più vicino al centro.
Un cambiamento ne tempo notevole, considerando la nomea di quartiere malfamato(e per certi versi anche pericoloso) che ha avuto negli anni, soprattutto fra la popolazione locale.

“È un po un crogiuolo dove convivono diverse anime e diverse e opportunità” risponde “quindi sicuramente non si può più pensare al quartiere ghetto o al “Quartiere Riserva” come poteva magari essere gli anni 70, gli anni 80 e poi ancora oltre, ma è diventato un quartiere molto diversificato, che ha oggi le problematiche che sono di tutti i quartieri.
Se andiamo a ragionare in termini di povertà economica, povertà abitativo, povertà culturale sono tematiche trasversali che esistono a Sanremo come in ogni grande città e sono presenti anche alla Pigna, chiaramente. E laddove ci sono affitti un po’ più bassi magari si concentrano ancora le difficoltà maggiori perché si allacciano l’accesso alle famigli a minori risorse. Quindi anche la Pigna non è esclusa da fenomeni di difficoltà che vanno seguiti, ma sempre meno e sempre più in maniera compenetrata con situazioni anche di sviluppo urbano o abitativo.”

Una delle domande a questo punto, che riguardano il futuro prossimo del centro storico, soprattutto analizzando casi simili avvenuti o in corso in molte delle “città vecchie” sparse per la provincia e in generale nel paese è se non ci possa a questo punto essere anche un un rischio prossimo opposto, relativo magari un eccessivo balzo in avanti ad esempio del valore immobiliare delle case e quindi un conseguente rischio di gentrificazione, con una “ghettizzazione” che, seppur altrove, si riproporrebbe inevitabilmente.
Quello della gentrificazione dei quartieri storici è un problema complesso, difficile da connotare in termini prettamente moralistici. E ancor più difficile da gestire.

“Si tratta un fenomeno urbano che è comune e che segue lo sviluppo di tutte le città.” continua “Man mano che un quartiere cresce e migliora purtroppo le fasce più fragili più deboli economicamente rischiano di venirne espulse e si spostano un po verso un’altra periferia che e diventerà la nuova frontiera e dove si concentrano le maggiori difficoltà. È un fenomeno che va gestito e nei limiti del possibile evitato.”

Inevitabile a questo punto non citare il tema degli affitti brevi. Un fenomeno che ultimamente è stato anche oggetto di controlli da parte delle forze dell’ordine e che risponde ad una dinamica, anche qui, molto comune. Benché non sia assodato che gli affitti brevi siano sempre la causa di un insufficienza di offerte abitative(alcuni esperimenti recenti fatti in grandi città del mondo come New York a riguardo possono essere utili in tal senso) è altrettanto vero che in una città dalla forte vocazione turistica e di dimensioni contenute come Sanremo, la questione degli affitti brevi rappresenta un fattore determinante nello stato immobiliare delle cose.

“Il tema abitativo” continua Fellegara “è uno dei temi più difficili della nostra città, è acuito dalle dinamiche degli ultimi anni perché è un fatto aggravato anche da fattori come l’aumento dei prezzi delle utenze e del costo della vita. La dinamica complementare a delle seconde case e della loro trasformazione ha rappresentato un appetito per chi le possiede, perché ha minor rischio di impresa e maggiori guadagni. Quindi è del tutto comprensibile. Inevitabilmente però l’effetto è quello di avere meno case a disposizione per chi cerca un affitto familiare a lunga scadenza e quindi minor disponibilità di conseguenza alza il prezzo al mercato. E oltre a questo ci si scontra, come detto, con una dinamica inflattiva, con una dinamica dei degli stipendi con tutta una serie di dinamiche che invece hanno il segno opposto. Crescono gli affitti e diminuisce la capienza del mercato e quindi ci troviamo con le famiglie che hanno difficoltà lavorative che hanno mantenuto delle ipotesi intatti gli stipendi quindi non sono cresciuti di pari passo gli affitti e quindi c’è un minor accesso al mercato un minor accesso alle case, un problema abitativo che esiste in tutta la città.”

Nel video le dichiarazioni tratte dall’intervista che abbiamo realizzato con il vicesindaco di Sanremo.

Montaggio a cura di Lorenzo Spadola.