Dicembre è tempo di bilanci e, per i Delfini del Ponente, il 2025 si chiude come uno degli anni più significativi dalla nascita dell’associazione, ormai quasi otto anni fa. La stagione ha infatti registrato numeri record: dagli avvistamenti di cetacei alle nidificazioni di tartarughe Caretta caretta, fino agli osservazioni avicole e a una scoperta particolarmente rilevante, il ritrovamento di tracce di DNA di foca monaca all’interno del Santuario Pelagos. La collaborazione triennale tra Fondazione Acquario di Genova, Università Milano-Bicocca e Gruppo Foca Monaca APS ha prodotto prove solide del ritorno dell’animale nel Mediterraneo occidentale e in Italia.
“Un anno record, con numerosi avvistamenti di tursiopi, ben oltre i cinque”, esordisce il biologo Davide Ascheri, presidente dei Delfini del Ponente. “Molto numerose anche le stenelle striate. Negli anni scorsi avevamo registrato circa una ventina di avvistamenti, quest’anno siamo sulla trentina, spesso molto vicini alla costa. Un po’ meno invece per quanto riguarda i grandi cetacei, capodogli e balenottere. Questo è legato alle variabilità che intercorrono fra un’annata e l’altra”.
Il 2025 è stato importante anche dal punto di vista ornitologico. “Abbiamo osservato un buon numero di specie di uccelli pelagici, un segnale positivo considerando che alcune sono minacciate”, spiega l’ornitologo Enrico Carta. “In particolare, abbiamo concluso l’anno con un avvistamento molto particolare: un beccapesci proveniente dalla Spagna. Lo abbiamo capito grazie all’anello di riconoscimento alla zampa che, come abbiamo poi verificato, era stato applicato proprio lì”.
Sul fronte della divulgazione, l’associazione registra un coinvolgimento crescente. “Non è facile da quantificare, ma negli anni stiamo aumentando le collaborazioni, con Comuni ed enti privati che si interfacciano con noi”, osserva la biologa Elena Fontanesi, vicepresidente dei Delfini del Ponente. “C’è richiesta di divulgazione e di attività legate al mare, e un interesse sempre maggiore per queste tematiche. Allo stesso tempo, però, c’è ancora tantissimo da fare: molte persone non sanno che ci sono cetacei a pochi passi da casa nostra, o non sono consapevoli del perché compaiano i nidi di tartarughe. È fondamentale il lavoro quotidiano per aumentare la consapevolezza su questi temi e far capire quanto le azioni di ciascuno incidano sul benessere del nostro mare”.
Nel video servizio a inizio articolo le interviste complete ad Ascheri, Carta e Fontanesi.







