Dallo strascico alla piccola pesca, con lâemergenza Coronavirus, sono ferme in porto la maggior parte delle imbarcazioni liguri, mentre le lampare che avrebbero dovuto iniziare a fine marzo la stagione della pesca allâacciuga, hanno deciso al momento di non armare le barche, non potendo garantire la distanza necessaria tra lâequipaggio e non avendo, una volta giunti a terra, garanzia di vendita del loro pescato a miglio zero, essendo chiusi i classici canali, che stagionalmente, attendono questo pesce locale, come ristoranti e alberghi.
Ă lâallarme lanciato da Coldiretti Liguria nel sottolineare che gli ulteriori limiti agli spostamenti imposti dal Decreto Emanato dal Governo per fermare il contagio da Coronavirus, stanno colpendo duramente anche le marinerie liguri dove si registra un crollo della domanda di pesce fresco causato principalmente dal cambio delle abitudini dei cittadini. Se la ristorazione aveva, infatti, giĂ drasticamente ridotto le richieste di prodotto, visto il calo dei clienti, la nuova tendenza a fare la spesa ogni 2-3 giorni per evitare di doversi recare spesso al supermercato, ha portato i consumatori ad orientarsi verso conservati e surgelati, che peraltro in 9 casi su 10 contengono prodotto straniero.
âIl calo delle richieste da parte di ristoranti e mense scolastiche, chiuse, ed i cambi delle abitudini alimentari delle famiglie, – afferma la Responsabile di Coldiretti Impresa Pesca, Daniela Borriello – stanno fortemente penalizzando la nostra pesca. Il risultato Ăš la chiusura a cascata delle pescherie e dei mercati ittici allâingrosso, fino alle limitazioni della vera e propria attivitĂ di pesca, con il paradosso di favorire ulteriormente le importazioni dallâestero e la perdita di nuove quote di mercato. In Liguria, inoltre, a breve sarebbero dovute salpare le lampare con circa 70 membri di equipaggio che, vista la situazione, hanno deciso di posticipare lâinizio della pesca allâacciuga. Ă fondamentale prevedere fin da subito degli aiuti al settore e vista lâattuale situazione di emergenza sanitaria, sarebbe opportuno concordare, ad esempio per la pesca a strascico, lâanticipazione a questo periodo del fermo biologico previsto per legge. Inoltre per garantire, ad emergenza finita, una rapida ripresa di tutta la marineria ligure sarebbe importante prevedere la concessione di mutui a tasso zero finalizzati allâestinzione dei debiti bancari, garantiti dallo Stato direttamente o attraverso lâIsmea e strumenti agevolati di accesso al creditoâ. â
âla pesca, e tutte le attivitĂ ad essa connesse, Ăš un settore di punta dellâeconomia regionale – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria, Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – che, come quello agricolo, sta subendo dei forti contraccolpi dettati dallâemergenza sanitaria in atto. Servono quindi immediati interventi di sostegno alle imprese e ai lavoratori, a partire dallâestensione al settore ittico delle esenzioni e delle misure per gli altri comparti produttivi in caso di perdita del fatturato derivante dallâemergenza Covid19, come nel caso in cui componenti dellâequipaggio siano messi in quarantena con conseguente arresto totale dellâattivitĂ . Necessarie anche azioni straordinarie di sostegno allâoccupazione tramite lâimmediata estensione alla pesca della Cassa integrazione salariale operaia dell’agricoltura o lâutilizzo della Cassa integrazione straordinaria in deroga. Inoltre le norme previste per le attivitĂ agrituristiche in merito a mancate presenze e disdette vanno estese anche alle imprese di pesca che svolgono attivitĂ di ittiturismo e pescaturismoâ.








