âSe la fauna selvatica Ăš patrimonio indisponibile dello Stato ed Ăš tutelata nellâinteresse della comunitĂ nazionale ed internazionale, come cita il comma 1 della legge 157, Ăš ora che questa norma venga rispettataâ. Ă quanto dichiarano i vertici di Coldiretti Imperia Gianluca Boeri e Domenico Pautasso, rispettivamente presidente e direttore.
âLo Stato deve intervenire – proseguono – economicamente senza troppa burocrazia. Le aggressioni al bestiame da parte di lupi, cani inselvatichiti continuano indisturbate mettendo in ginocchio lâintero compartoâ. Lâanalisi Coldiretti si concentra cosĂŹ sulle spese, oltre le beffe, a cui vanno incontro gli allevatori.
âUna manza piemontese â specifica Pautasso â costa allâincirca 3.000 mila euro, mantenerla una decina di euro al giorno. Dai 30 ai 40 mila euro Ăš invece il costo annuo per lâaffitto degli alpeggi e poco meno di 400 euro il costo per smaltimento delle carcasse che varia a seconda del luogo di rinvenimento. Queste – prosegue il direttore – sono le spese base alle quali vanno aggiunte, purtroppo, quelle âstraordinarieâ (ormai ordinarie) dovute alle aggressioniâ.
A tal proposito la parola passa al presidente Boeri che si rivolge direttamente alle istituzioni rimarcando la gravitĂ della situazione: âNellâimperiese lâaggressione al bestiame da parte di lupi Ăš ormai cosa nota, consolidata ma i nostri associati sono esasperati e provati economicamente. Fanno fatica a mantenere le bestie (i costi delle materie prime sono lievitati), sono costretti a tenere al chiuso (anche il alpeggio) madri e vitelli perchĂ© questi ultimi avrebbero poche possibilitĂ di sopravvivenza e, non meno importante, iniziano avere paura per la propria incolumitĂ . Come se non bastasse, ad oggi, vengono rimborsate solo 3 aggressioni attribuite ai lupi, il resto no. Purtroppo – sottolinea Boeri – i lupi sono ovunque eâŠmangiano, dalla Val Nervia alle valli del dianese, indistintamente. Ă evidente quanto la situazione sia scivolata di mano nel silenzio piĂč assordanteâ.
Coldiretti chiede cosĂŹ a gran voce che i danni, dal rimborso allo smaltimento del capo, siano interamente, e non parzialmente, pagati dallo Stato. âNon si tratta di fare dellâelemosina bensĂŹ di riconoscere il lavoro e la dignitĂ dei produttori perchĂ©, ricordiamocelo, Ăš anche grazie a loro e alle loro mandrie che non viviamo nella giungla e possiamo vantare prodotti alimentari di eccellenzaâ, concludono Boeri e Pautasso.