“Penso di sì” è la risposta data da Claudio Scajola questa mattina a margine del consiglio provinciale di oggi, rispondendo alla domanda su una sua eventuale ricandidatura a presidente della Provincia e volgendo quindi lo sguardo a dicembre, quando sono attese le elezioni per il rinnovo del direttivo.
“Per la verità”, sottolinea Scajola parlando in prospettiva delle elezioni di fine anno, “speravamo tutti, come Unione delle Province, che il Parlamento intervenisse già alla modifica dell’attuale transitorietà, con l’elezione diretta del presidente e del consiglio provinciale, la ricostituzione delle giunte provinciali con la restituzione di quelle competenze che oggi la Provincia, pur avendone conservate tante su temi principali, non ha. Così non è stato”.
Scajola prosegue parlando di un recente incontro avuto con la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e i capigruppo. “Si è colto che entro quest’anno non si avrà una riforma”, spiega. “Dovendo quindi rispettare la norma vigente, e siccome sono stato eletto il 18 dicembre di 4 anni fa, provvederò a convocare l’assemblea di sindaci e consiglieri comunali, un’assemblea di circa 700-800 persone per eleggere presidente e consiglio”.
Il presidente della Provincia si sofferma poi sul ruolo operativo delle Province rispetto alle Regioni nel contesto attuale, parlando del rapporto con Genova e il palazzo di piazza De Ferrari.
“In questa fase c’è una trattativa in corso, che è quella di verificare con le Regioni un inizio di restituzione di competenze alle Province. La Lombardia ha riportato alle Province quasi tutte le competenze precedenti. La Regione Liguria, invece, è la più accentratrice. Ne abbiamo parlato con Bucci e con l’assemblea di qualche mese fa con tutti i sindaci. Si metterà in moto qualcosa. Per maggiore sicurezza, nei giorni scorsi abbiamo inviato a tutte le Regioni d’Italia la bozza, presentata e predisposta da illustri professionisti come Unione Province Italiane, per rendere più efficiente l’attività della pubblica amministrazione e meno accentratrice e dispersiva l’azione delle Regioni”.
Scajola commenta poi le recenti elezioni comunali soffermandosi in particolare su Vallecrosia e sulla composizione della nuova giunta guidata da Fabio Perri (FdI, candidato civico), che vede Cristian Quesada, ex segretario provinciale del PD, nel ruolo di vicesindaco.
“Sono comuni piccoli”, dice, “quindi contano più le persone che gli schieramenti. Ho letto qualcosa, ad esempio che Quesada si è dimesso da segretario del PD. Io non seguo queste cose. Sono sempre stato assertore, in questo senso. È un discorso antico che va all’origine della Repubblica, che le elezioni amministrative devono essere orientate in maniera preponderante sulla valutazione delle persone rispetto agli schemi politici, che sul territorio sono molto meno attivi. Ci si deve dividere sulla scelta di sviluppo dei territori, che va al di là dei singoli partiti”.
Infine, un commento sulle altre elezioni amministrative, quelle di Genova, che hanno visto la sconfitta del centrodestra.
“Certamente non si è condotta una scelta delle candidature opportuna in quel momento”, conclude Scajola. “I partiti a Genova rappresentano poco, a conferma dei dati delle passate tornate elettorali sommate alle ultime. Pietro Piciocchi sarebbe stato un bravissimo sindaco, ma non era il candidato ideale. Silvia Salis è una buona candidata, ma ho dei dubbi che possa essere una buona sindaca”.
A breve integrata a inizio articolo l’intervista video a Claudio Scajola.